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Secondo le indiscrezioni, un accordo politico per la direttiva sul salario minimo sarà raggiunto al termine dei negoziati che si terranno a Strasburgo tra le istituzioni europee (Parlamento, Commissione e Consiglio) nel corso della serata di lunedì 6 giugno. L’Italia, che è tra i sei paesi membri in cui non è previsto un salario minimo, avrà a disposizione due anni per implementare il contenuto della direttiva nel proprio ordinamento giuridico.
A livello europeo, una direttiva è un atto legislativo che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi membri devono realizzare, ma permette ai paesi membri di trovare il modo che meglio aggrada il proprio sistema istituzionale per raggiungerlo. La direttiva sul salario minimo, che era stata proposta dalla Commissione nel 2020 come parte delle misure dedite alla ripresa economica in seguito alla crisi indotta da Covid-19, non ha quindi lo scopo di istituire un salario minimo uniforme per tutti i paesi membri o di armonizzare la gestione dei salari per tutta l’Unione, ma semplicemente di “istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi”.
Le proposte messe in campo dal Parlamento e dal Consiglio, approvate rispettivamente lo scorso 25 novembre e 6 dicembre, mirano infatti a stabilire dei requisiti di base per garantire un reddito che permetta un livello di vita dignitoso per i lavoratori, puntando, tra le altre cose, sulla promozione della contrattazione collettiva.
Nella politica interna italiana, la questione del salario minimo è da sempre combattuta, con il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta di Forza Italia che domenica 5 giugno ha dichiarato che “il salario minimo per legge è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali”. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha rassicurato sui rischi inflattivi connessi al salario minimo: “Il rischio è se il livello è eccessivo. Se ben studiato è una buona cosa, ci sono vari effetti positivi”. In ogni caso, se la direttiva sarà effettivamente formalizzata, non ci sarà altra scelta per l’Italia che istituire un sistema di gestione dei salari minimi.