Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Alena Georgobiani si definisce una liberale russa. Georgobiani, che lavora nel settore delle pubbliche relazioni e vive a Mosca, trova più affidabili i risultati del motore di ricerca di Google rispetto a quelli del rivale locale, Yandex. Scarica le applicazioni sul suo telefono Android dal Play Store di Google e archivia i suoi file utilizzando il servizio di archiviazione in cloud della società. Da quando a marzo Microsoft Teams ha lasciato la Russia, Georgobiani utilizza Google Meet per la maggior parte delle sue riunioni di lavoro. Gmail è il suo account di posta elettronica principale da diciassette anni.
Georgobiani spendeva circa duecento rubli (poco più di tre euro) al mese per poter guardare i video di YouTube senza pubblicità durante le pause di lavoro. All’inizio di marzo, però, il suo abbonamento premium alla piattaforma è diventato inutilizzabile quando Google ha sospeso le operazioni pubblicitarie in Russia in risposta all’invasione del paese in Ucraina. Anche se le entrate per gli YouTuber e gli inserzionisti sono state azzerate, in Russia chiunque ha potuto continuare a guardare gratuitamente i video sulla piattaforma senza pubblicità. “Da quando è stata introdotta la nuova politica di monetizzazione non vedo più pubblicità, se non quando uso una vpn“, racconta Georgobiani.
Il rapporto di Georgobiani con Google illustra bene quanto l’azienda sia radicata in Russia. Secondo la società di analisi di dati Statista, nel 2021 c’erano più di 91 milioni di utenti di YouTube nel paese, che conta 144 milioni di persone. L’impero commerciale di Google in Russia, tuttavia, si sta sgretolando. Il 10 marzo l’azienda ha annunciato che avrebbe sospeso tutti i suoi servizi a pagamento nel paese a causa di “disagi nel sistema di pagamento” legati alle sanzioni occidentali. Nello stesso mese, Google ha iniziato a trasferire in altri paesi i dipendenti dalla sua sede di Mosca, che in molti casi sono stati spostati a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, a quanto si evince consultando i loro profili LinkedIn. A maggio la filiale russa di Google ha presentato istanza di fallimento dopo che un’ordinanza di un tribunale russo aveva congelato il suo principale conto bancario.
Una situazione sempre più tesa
Nonostante senza l’accesso al suo conto bancario Google potrebbe non essere in grado di generare ricavi in Russia, la società si è impegnata a continuare le sue operazioni nel paese: “Le persone in Russia si affidano ai nostri servizi per accedere a informazioni di qualità“, ha dichiarato un portavoce di Google a Wired UK. Tuttavia, non è chiaro quale ruolo Google sarà in grado di ricoprire nella società russa senza una filiale locale. Gli esperti si chiedono se questi sviluppi siano l’inizio della fine di Google in Russia o se invece l’azienda adotterà un modello più aggressivo e offshore, simile a quello dell’app di messaggistica Telegram.
Il conto russo di Google è stato congelato perché la società non ha pagato le multe comminate dalle autorità del paese a seguito del rifiuto di rimuovere i contenuti giudicati illegali, spiega Laura Brank, responsabile dell’ufficio russo dello studio legale statunitense Dechert. “È un processo normale nel caso del mancato pagamento di un’ordinanza di un tribunale, e quindi sulla carta è tutto legale – aggiunge Brank –. La gente dice che in Russia non c’è uno stato di diritto. Ma le leggi ci sono e le autorità seguono il processo“.
Finora, però, Google non è stato bloccato in Russia. Al contrario, la società rappresenta uno degli ultimi baluardi tecnologici statunitensi rimasti nel paese dopo che Facebook, Instagram e Twitter sono stati bloccati all’inizio dell’anno e Microsoft e Amazon hanno lasciato la Russia di loro iniziativa. Sebbene l’accesso a Google News sia stato bloccato a marzo come forma di ritorsione del governo per i link a siti contenenti informazioni ritenute “inaffidabili” sulla situazione in Ucraina, nel paese è ancora possibile accedere agli altri servizi della società.