domenica, Settembre 8, 2024

I 20 Paesi sull'orlo di una grave crisi alimentare

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Circa venti paesi del mondo stanno andando incontro a una crisi alimentare imminente che li potrebbe colpire nei prossimi tre mesi, causando disordini, rivolte, proteste e una possibile destabilizzazione politica di intere aree geografiche. A lanciare l’allarme è il nuovo report prodotto dall’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e dal Programma alimentare globale (Wfp), che traccia un quadro drammatico di quello che potrebbe accadere nel terzo trimestre del 2022.

Il peggioramento della crisi climatica e l’aumentare degli eventi climatici estremi, i conflitti interni e gli shock economici, il perdurare degli effetti negativi della pandemia da coronavirus e l’impatto sulla sicurezza alimentare generato dall’invasione russa dell’Ucraina, è questa terribile congiuntura di eventi a spingere milioni di persone verso fame e povertà. Una situazione, secondo quanto descritto dal report, peggiore anche a quella che ha scatenato le proteste conosciute come Primavera araba nel 2011.

Allora la crisi economica del 2008 aveva fatto impennare i prezzi dei prodotti alimentari, innescando sommosse e stravolgimenti politici in quarantotto paesi, culminate nel 2011 con diversi cambiamenti di regime in tutto il nord Africa. Ad aggravare la situazione attuale, combinandosi con il fragile stato di salute dell’economia post-coronavirus, si aggiungono gli effetti negativi sulla produzione agricola dovuti al peggiorare della crisi climatica, con siccità e alluvioni sempre più frequenti. Infine, l’immotivata decisione di Mosca di invadere l’Ucraina, ha bloccato milioni di tonnellate di grano nel paese, che prima dell’aggressione era uno degli esportatori più importanti per i paesi in via di sviluppo.

I paesi più a rischio sono le Repubblica democratica del Congo, la Nigeria, lo Yemen, l’Afghanistan, l’Etiopia, la Siria, il Sud Sudan, la Somalia, Haiti, il Niger, il Kenya, il Burkina Faso, il Libano, il Chad, il Mali, l’Angola, il Mozambico, la Guinea, il Madagascar, la Mauritania, il Benin e Capo Verde. In cima alla lista si trovano diversi stati in cui il problema della sicurezza alimentare continua ormai da molti anni, come lo Yemen o l’Etiopia. Tuttavia, a causa della congiuntura di eventi appena descritti, nell’ultimo report sono entrati anche nuovi paesi, come Somalia, Kenya o Afganistan. Secondo il direttore del Wfp, David Beasley, il perdurare di questa crisi rischia di coinvolgere molte altre popolazioni, anche quelle che finora erano riuscite a “tenere la testa fuori dall’acqua”.

“Siamo in una corsa contro il tempo per aiutare gli agricoltori dei paesi più a rischio, anche aumentando rapidamente la produzione alimentare potenziale e rafforzando la loro resilienza di fronte alle sfide” ha commentato il direttore generale della Fao, Qu Dongyu. Per questo motivo, il rapporto contiene raccomandazioni urgenti e specifiche per ogni paese, relative azioni prioritarie da mettere in atto al fine di prevenire una crisi umanitaria ancora più grave.

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