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Nella città di Kherson, nel sud dell’Ucraina, sui dispositivi dei residenti le pagine web hanno smesso di caricarsi alle 14:43 del 30 maggio. Per i successivi 59 minuti, chiunque si sia collegato a internet appoggiandosi a KhersonTelecom, conosciuta localmente come SkyNet, non ha potuto chiamare i propri cari, leggere le ultime notizie o caricare immagini su Instagram. Un blackout totale delle comunicazioni. Quando alle 15:42 le pagine web hanno ripreso a comparire online, sembrava tutto normale. Dietro le quinte, però, era cambiato tutto: il traffico internet ora passava attraverso un provider russo e la potente macchina della censura online del presidente russo Vladimir Putin.
Dalla fine di maggio, le 280mila persone che vivono nella città portuale occupata dalla Russia e nelle aree circostanti devono fare i conti con costanti interruzioni a internet, mentre i provider del paese sono stati costretti a reindirizzare le loro connessioni attraverso l’infrastruttura russa. Secondo alti funzionari ucraini e analisi tecniche visionate da Wired UK, attualmente molti provider internet ucraini sono costretti a erogare i loro servizi attraverso provider russi, esponendo i propri clienti all’estesa rete di sorveglianza e censura del paese.
Secondo i funzionari ucraini e le analisi tecniche consultate da Wired UK, i provider ucraini hanno dovuto scegliere se reindirizzare le connessioni sotto l’occhio vigile delle forze di occupazione russe oppure interromperle completamente. Nella regione vengono distribuite anche nuove carte sim per telefoni cellulari con numeri russi, spingendo ulteriormente le persone verso le reti russe. Il controllo dei server, dei cavi e dei ripetitori cellulari – infrastrutture classificate come critiche, che consentono alle persone di accedere liberamente al web – è considerato uno dei primi passi verso la “russificazione” delle aree occupate.
“Siamo consapevoli che si tratta di una grave violazione dei diritti umani – ha dichiarato a Wired UK Victor Zohora, vice capo dell’agenzia ucraina per la sicurezza informatica, i Servizi di Stato per le Comunicazioni Speciali e la Protezione delle Informazioni (Ssscip) –. Dal momento in cui inizia a essere controllato dai servizi speciali russi, tutto il traffico viene monitorato e gli invasori russi limitano l’accesso alle risorse d’informazione che condividono informazioni veritiere“.
Il reindirizzamento nelle zone occupate
KhersonTelecom ha reindirizzato per la prima volta il suo traffico internet su una rete russa il 30 aprile, per poi tornare alle connessioni ucraine per la maggior parte del mese di maggio. Tuttavia, dal 30 maggio le cose sembrano essere cambiate in modo permanente. Tutto il traffico di KhersonTelecom viene ora incanalato attraverso Miranda Media, una società con sede in Crimea, a sua volta collegata al fornitore nazionale di telecomunicazioni russo Rostelecom (Miranda Media è stata creata dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014). Il giorno dopo il passaggio, la testata russa controllata dallo stato Ria Novosti ha riportato che le aree di Kherson e Zaporizhzhia stavano ufficialmente passando alle connessioni internet russe; qualche giorno prima, la pubblicazione aveva riferito che le regioni avrebbero iniziato a utilizzare il prefisso telefonico russo +7.
Zohora racconta che nelle regioni occupate dell’Ucraina – tra cui Kherson, Lugansk, Donetsk e Zaporizhzhia – sono attivi circa 1.200 internet provider. “Sappiamo che nella maggior parte dei casi sono costretti a connettersi all’infrastruttura di telecomunicazioni russa e a reindirizzare il traffico”, spiega Zohora a Wired UK. “Purtroppo ci sono casi in cui c’è stato un instradamento massiccio del traffico degli operatori ucraini attraverso i canali russi – aggiunge Liliia Malon, commissaria dell’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni ucraina –. Le reti ucraine sono parzialmente bloccate o completamente scollegate“.