giovedì, Dicembre 7, 2023

Per la Commissione europea contro le fake news bisogna fare di più

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Alcune delle più grandi multinazionali tecnologico – tra cui Meta, Microsoft, Google, Twitter, Twitch e TikTok – hanno appena promesso all’Unione europea di compiere maggiori sforzi per fermare la diffusione di notizie false e propaganda sulle loro piattaforme e di condividere dati più precisi con i Paesi membri dell’Unione. Il 16 giugno la Commissione europea ha condiviso il nuovo Codice di buone pratiche rafforzato sulla disinformazione, che è stato firmato da 34 organizzazioni, tra cui big tech e diversi esponenti della società civile. 

Si tratta della versione aggiornata – a fronte delle nuove sfide rappresentate dalla pandemia e dall’invasione russa dell’Ucraina – di un documento che era stato pubblicato per la prima volta nel 2018: al suo interno si definiscono gli impegni che le aziende tecnologiche si assumono per combattere la diffusione di notizie false e propaganda sulle piattaforme da loro gestite. Nella lista di firmatari si notano diverse assenze importanti, tra cui Apple e Telegram, app di messaggistica che è stata inondata dalla propaganda fin dall’inizio della guerra in Ucraina.

“Questo nuovo codice contro la disinformazione giunge in un momento in cui la Russia usa la disinformazione come arma nel quadro della sua aggressione militare contro l’Ucraina, ma coincide anche con una serie di attacchi alla democrazia sul piano globale”, ha affermato la vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová, responsabile del coordinamento delle politiche sui valori e la trasparenza dell’Unione. E ha aggiunto: “Ora possiamo contare su impegni molto profondi per ridurre l’impatto della disinformazione online e su strumenti assai più solidi per misurarne le modalità di attuazione in tutta l’Ue, in tutti i suoi paesi e in tutte le sue lingue. Gli utenti disporranno inoltre di strumenti migliori per segnalare la disinformazione e comprendere ciò che vedono”.

Il documento contiene 44 diversi impegni: le tech company promettono, tra le altre cose, di demonetizzare i siti di notizie false, eliminando così le loro entrate pubblicitarie; ridurre il numero di bot e account falsi usati per diffondere disinformazione; fornire agli utenti migliori strumenti per riconoscere e segnalare la disinformazione; lavorare a stretto contatto con fact-checker indipendenti; e garantire ai ricercatori un accesso più ampio ai dati in possesso delle piattaforme. 

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