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«Alcune persone vogliono riempire il mondo di stupide canzoni d’amore. Che c’è di male in questo?», canta Paul McCartney in Silly Love Songs.
François Truffaut gli risponderebbe come Fanny Ardant a Gérard Depardieu ne La signora della porta accanto: «Più sono stupide e più sono vere. E poi non sono stupide».
Sulla presunta stupidità di tutto quello che è molto orecchiabile – e quindi “pop-ular” – esiste una diatriba eterna, ma è innegabile che la melodia sia la prima vera connessione, la più diretta e immediata, con la pancia di chi ascolta e abbia dunque un ruolo non da poco.
McCartney ha scritto oltre 700 canzoni – Michelle, I’ll Follow The Sun e When I’m Sixty-Four le aveva già in testa prima dei 20 anni, per dire – e la maggior parte di esse ci faranno sempre inevitabilmente canticchiare e battere il piedino. Grazie a movimenti vertiginosi, mai forzati e scariche di note ascendenti, il baronetto della melodia è stato in grado di dar vita a rollercoaster sonori irresistibili. Tanto che moltissimi artisti ancora oggi farebbero carte false per avere il suo dono, ma a chi ha tentato di carpire il segreto del suo successo Sir Paul ha sempre risposto: «Non so come si fa, lo faccio e basta».
Se non siete di quelli che pensano che fischiettare e agitarsi sulla sedia sia poco cool, seguitemi: proverò a raccontarvi storia e curiosità di alcune sue “stupide” canzoni impeccabili.
Silly Love Songs
Il brano citato in apertura fa parte della produzione di McCartney con i Wings, la band formata insieme alla moglie Linda nel 1971, poco dopo lo scioglimento dei Beatles.
«Di me avevo spesso sentito dire “Canta canzoni d’amore, scrive canzoni d’amore, com’è sdolcinato”. In realtà le canzoni d’amore esistono da sempre, evidentemente non piacciono solo a me. Nel profondo siamo tutti sentimentali: piangiamo guardando commedie d’amore, ma in pubblico tendiamo a sogghignare. Non ci piace mostrare le nostre emozioni. Per le canzoni romantiche è lo stesso: diciamo di non apprezzarle, ma poi le vogliamo».
Con Silly Love Songs, Paul in qualche modo risponde alle suddette critiche. «La cosa divertente è che molte delle persone che incontro oggi, che magari hanno appena avuto un paio di figli, sono cresciute e si sono sistemate, mi dicono: “Per anni ho pensato che fossi davvero melenso, ma ora ho capito cosa stavi facendo”. Tra l’altro, la canzone ha anche una buona linea di basso che dal vivo funzionava alla grande».
Silly Love Songs è stato il più grande successo di McCartney – fuori dai Beatles – in America: uscito il primo aprile del 1976, è rimasto in vetta alla Billboard Hot 100 per cinque settimane.
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Maybe I’m Amazed
«Una volta che sei stato in cima e ti ritrovi in fondo alla scala, tornare di nuovo in vetta è una bella sfida. Ma accanto a me avevo Linda che mi aiutò molto in quel periodo, fu la mia grande forza». Maybe I’m Amazed, che fa parte del disco con cui McCartney cerca disperatamente di risorgere dalle ceneri dei Beatles, è una dedica appassionata alla moglie, il ringraziamento per il suo sostegno.
Quando McCartney (l’album) esce, nell’aprile del 1970, è anche l’unica traccia apprezzata dai critici. Su Melody Maker gli altri brani vengono definiti «pura banalità», ma Rolling Stone la definisce «una canzone molto potente che afferma uno dei temi di fondo principali del disco, ovvero che il terribile peso della solitudine può essere dissipato dall’amore».
«È una canzone stravagante, ma la gente sa cosa significa», ha spiegato Paul, «è il “forse” (maybe) che mi suona strano. Una canzone d’amore vera e propria direbbe: “Sono stupito del modo in cui mi ami”. Sarebbe una cosa alla Sinatra e si chiamerebbe I’m Amazed. Ma quel “forse” lo dice un ragazzo che in fondo non vuole ammetterlo».