martedì, Ottobre 3, 2023

Siamo stati a Viva Technology, la fiera delle startup che mostra dove vuole andare la Francia

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C’è un altro dettaglio rivelatore dell’approccio francese. Negli stessi giorni in cui alla Porte de Versailles va in scena Viva Tech, a Paris Nord c’è un’altra esposizione, più defilata, dove i sorrisi sono meno ampi e anche i selfie non vanno troppo di moda. Si chiama Eurosatory, ed è una fiera militare. Probabilmente non è una coincidenza: almeno una parte del pubblico arrivato in città è interessato a entrambe. Robotica, intelligenza artificiale, sicurezza delle infrastrutture, intelligence, spazio sono alcuni tra i temi, tutto applicato ai conflitti e alle aree di crisi. 

Per capire i ragionamenti dell’Eliseo, è utile ricordare che la Francia è dotata  della bomba atomica, e non ha mai considerato di rinunciare alla cosiddetta force de frappe, forza d’uto, o meglio, forza di dissuasione nucleare. Parigi è nella Nato e nella Ue,  ma, nel segno di De Gaulle, si tiene stretto quello che ha. Può non piacere: ma è così. Punto.

Le ex colonie e la force de frappe

Non c’è solo la deterrenza a base di ordigni. La proiezione della potenza globale dell’Eliseo conosce anche il fioretto; chiamatelo, ma ai puristi d’Oltralpe non piacerà, soft power. Non esiste praticamente manifestazione importante a livello mondiale dove non si veda un padiglione dedicato alla francofonia: perché la lingua di Moliere, Zola e Proust è uno dei principali asset del governo. Grande attenzione è riservata all’Africa e alle ex colonie, che qui possono parlare liberamente con colleghi e investitori senza la necessità di tradurre in inglese. Congo, Tunisia, e molti paesi africani hanno spazi dedicati e sanno di poter trovare sponde. A VivaTech c’era anche un contest di startup africane (qui i vincitori). Anche se quelle fracofone hanno tassi di sviluppo inferiori rispetto alle anglofone e la Francia si sta ritirando dal Sahel – con i russi pronti a subentrare, molto di buono può nascere nel continente.

Il resto di Viva Tech

Il resto di Viva Tech è in gran parte divertissement, direbbero qui. C’è chi produce fertilizzanti dalle urine, chi costruisce pietre e mattoni dai rifiuti, qualcuno produce serre che potrebbero funzionare su Marte ma che nel frattempo vanno benissimo anche qui. E poi cani robot, ma anche baristi robotici, megadroni, moto elettriche, rossetti on demand.  C’è un grande velivolo a decollo verticale che fra qualche anno potrebbe portarci in giro senza pilota, e marchi del lusso che provano a reinventare la bellezza con una ricetta a base di dati e sensori. L’hype del metaverso è arrivata anche qua, e nessuno, soprattutto nel fashion, vuole restare indietro. Ma di hype si tratta, appunto. Non è certo su questo, abbiamo visto, che si gioca il futuro.

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