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Delangue di Hugging Face sostiene che è positivo che le creazioni di Dall-E Mini siano molto più approssimative rispetto a quelle realizzate da Dall-E 2, in quanto i loro difetti rendono evidente che non si tratta di immagini reali bensì generate dall’intelligenza artificiale. Secondo Delangue, questo ha permesso a Dall-E Mini di contribuire a far sperimentare alle persone le emergenti capacità di manipolazione delle immagini dell’Ai, che nella maggior parte dei casi non sono state messe a disposizione del pubblico. “L’apprendimento automatico sta diventando il modo di default di costruire la tecnologia, ma c’è uno scollamento con le aziende che costruiscono questi strumenti a porte chiuse“, spiega Delangue.
Illustration: WIRED Staff/Craiyon
Il flusso costante di contenuti di Dall-E Mini ha anche aiutato l’azienda a risolvere i problemi tecnici, continua Delangue. Gli utenti hanno infatti segnalato risultati sessualmente espliciti o la riproduzione di pregiudizi nei risultati. Un sistema addestrato su immagini provenienti dal web può, ad esempio, essere più propenso a mostrare un genere piuttosto che un altro in determinati ruoli, riflettendo pregiudizi radicati nelle società. Quando si chiede a Dall-E Mini di rappresentare un “dottore”, per esempio vengono mostrate figure maschili, mentre se si inserisce come richiesta la parola “nurse” – “infermiere/a”, che in inglese è invariato sia al femminile che al maschile – le immagini sembrano mostrare donne.
Sasha Luccioni, ricercatrice che si occupa di etica dell’Ai a Hugging Face, spiega che l’afflusso di meme realizzati con Dall-E Mini le ha fatto capire l’importanza di sviluppare strumenti in grado di rilevare o misurare i pregiudizi sociali in questi nuovi tipi di modelli di Ai: “Vedo sicuramente modi in cui possono essere sia dannosi che utili“, dice.
Limitare alcuni di questi effetti dannosi potrebbe diventare sempre più difficile. Dayma ammette che è solo questione di tempo prima che strumenti come il suo, che sono disponibili su una scala più ampia, siano in grado di creare immagini più fotorealistiche. Ma pensa che i meme creati dall’intelligenza artificiale che sono circolati nelle ultime settimane potrebbero averci aiutato a prepararci a questa eventualità. “Stanno arrivando – spiega Dayma –. Ma spero che Dall-E Mini porti le persone a capire che quando vedono un’immagine dovrebbero sapere che non necessariamente è vera“.