martedì, Settembre 26, 2023

Perché l'industria non trova l'anidride carbonica

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Manca l’anidride carbonica per le bevande gassate. Acqua Sant’Anna, il maggior produttore europeo di acque oligominerali, ha annunciato che fermerà la produzione di acqua gassata e delle bevande frizzanti, e Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, ha confermato la difficoltà di reperimento di CO2 sul mercato da parte di numerose aziende del settore, in particolare le piccole e medie imprese. Ci sono diverse motivazioni dietro a questa crisi, legate sia alla crisi energetica e sanitaria che alla natura dei processi di produzione e trasporto del composto. 

Al di là della possibile accezione negativa legata alle emissioni e all’inquinamento atmosferico, la CO2 è in realtà un composto atmosferico naturale, essenziale poiché parte dei cicli biogeochimici senza i quali la vita non sarebbe possibile, con diverse applicazioni in vari settori fondamentali per la nostra economia, dal sanitario all’industriale. Serve, per esempio, per il trasporto dell’energia, come refrigerante o liquido di raffreddamento. L’utilizzo più evidente e diffuso è tuttavia nel settore alimentare, dove la CO2 serve non solo per gassare le bevande ma anche per preparare i surgelati e per contribuire alla conservazione delle confezioni di alimenti in atmosfera modificata (come per esempio le insalate pre-lavate).

L’industria di produzione di anidride carbonica per utilizzi nell’alimentare, che include grandi aziende come Basf, Air Liquide, Linde, Praxair e Masser, si basa perlopiù su impianti di fertilizzanti, che la ottengono come sottoprodotto dell’ammoniaca, e su fabbriche di bioetanolo, che hanno entrambi subito gli effetti della crisi energetica e sono al momento costretti a operare al di sotto delle proprie capacità massime. C’è poi un problema di trasporto. La CO2 va infatti trasportata in bombole molto pesanti o in cisterne refrigerate a -80 C°, con il rischio, tra l’altro, che gran parte del carico evapori prima di arrivare a destinazione. Ciò rende il trasporto su larga scala impossibile. Un ruolo importante è stato infine giocato dalla pandemia, che ha indotto il comparto sanitario, per cui l’anidride carbonica è fondamentale, ad aumentare le proprio richiesta del prodotto, diminuendo la quantità disponibile per gli altri settori. 

La crisi dell’anidride carbonica, che si protenderà presumibilmente almeno per il resto dell’estate, si aggiunge ai costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro che sono da mesi fuori controllo, mettendo a rischio la stagione estiva per molti operatori.

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