sabato, Giugno 10, 2023

Perché Monster Hunter ha così tanto successo?

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Dal terzo capitolo la saga si spostò sulle console Nintendo, e Monster Hunter 3 e 4, usciti su 3DS, riuscirono ad avere un discreto successo anche nel nostro continente. Il vero boom mondiale della saga si ebbe però con Monster Hunter World uscito, nel 2018 e seguito l’anno dopo dall’espansione Iceborne. World vendette in totale 18 milioni di copie, diventando il gioco di Capcom più venduto in assoluto, anche più di mostri sacri quali Street Fighter e Resident Evil.

I motivi del successo sono probabilmente legati a uno stile di gioco che difficilmente stanca. Tutto quello che si fa, detto in poche parole, è cacciare mostri scegliendo tra molte armi diverse quali utilizzare, così da ottenere materiali per costruire armi e armature più potenti con cui cacciare mostri ancora più temibili. Quello che rende irresistibile questo loop è il fatto che ogni mostro cacciato rappresenta un’esperienza unica

Capcom

Ogni creatura ha le sue caratteristiche, i suoi punti di forza e i suoi punti deboli, tutti aspetti che bisogna studiare con attenzione per riuscire a completare la caccia efficacemente. In pratica, una serie di boss battle sempre più avvincenti man mano che si prosegue nel gioco. A questo bisogna aggiungere anche una gran varietà di armi, ognuna con un set di attacchi unici che invogliano il giocatore a migliorarsi sempre più nel loro utilizzo. Insomma, nonostante la semplicità della formula, è innegabile la sua efficacia, come è stato dimostrato dal successo raggiunto. 

Da Rise a Sunbreak

Al centro dell’attenzione c’è ora il nuovo capitolo, ovvero Monster Hunter Rise: Sunbreak, espansione che aggiunge l’atteso Grado Maestro. Non fate l’errore di credere che, essendo Sunbreak un’espansione, vi siano soltanto qualche missione e mostro in più: i contenuti di Sunbreak sono talmente tanti da poterlo praticamente considerare un gioco a parte e per arrivare alla fine della nuova campagna principale serviranno decine e decine di ore. Questo senza contare i contenuti endgame, che potranno portar via un quantitativo incalcolabile di ore di gioco.

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