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Cresce del 51% il valore degli investimenti immobiliari in Italia nel secondo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021. Tra aprile e giugno, racconta un report Dils, i capitali investiti in operazioni real estate nella nostra Penisola sono infatti ammontati a 2,9 miliardi di euro complessivi. Un dato che si somma ai 3,4 miliardi del primo trimestre e porta il semestre a raggiungere un totale di 6,3 miliardi, oltre a ulteriori 1,5 miliardi circa di deal attualmente in corso di negoziazione con chiusura prevista entro la fine del corrente mese. La prima metà dell’anno si conferma pertanto come la dall’inizio delle rilevazioni storiche da parte degli operatori del mercato, la cui media negli ultimi dieci anni si attestava a 3,5 miliardi di euro.
A trainare le performance del settore sono stati in particolare gli uffici e la logistica, che complessivamente hanno rappresentato oltre la metà degli investimenti dei primi sei mesi dell’anno. Ma anche l’hospitality, con un peso del 14% sul totale, si mostra in constante ripresa avendo attratto tra aprile e giugno 280 milioni di euro per un primo semestre da 870 milioni, oltre il doppio se comparato ai valori della stessa metà dell’anno del 2021. A essere nel mirino degli investitori alberghieri è soprattutto Roma, che nel corso del trimestre ha visto investimenti per circa 250 milioni di euro in due primari due asset destinati a far parte di grandi catene internazionali.
“Nei primi sei mesi dell’anno il mercato immobiliare italiano è cresciuto fino a raggiungere livelli record per volumi e interesse degli investitori – spiega il ceo di Dils, Giuseppe Amitrano -. Abbiamo puntato sul ritorno in ufficio e le nostre previsioni sono risultate corrette, dato che i vecchi luoghi di lavoro si sono rivelati non più in linea con le nuove esigenze. La domanda è radicalmente cambiata, orientandosi verso la ricerca di spazi di nuova generazione, realizzati secondo i criteri esg, ma soprattutto apprezza headquarters che siano concepiti per migliorare il benessere dei dipendenti e attrarre i migliori talenti, vero asset delle aziende più votate all’innovazione”.