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L’incendio scoppiato a Centocelle (Roma) sabato scorso ha monopolizzato l’attenzione dei media. E lo stesso stanno facendo gli altri incendi di Roma in queste ore. Le ragioni sono diverse: si tratta della capitale, Arpa Lazio segnala che nell’aria i valori delle diossine hanno superato i limiti e l’assessora all’Ambiente del Campidoglio Sabrina Alfonsi dichiara che dietro a questi roghi ci sarebbe la mano della criminalità organizzata.
Il guaio è che, per quanto gravi, gli incendi di Roma che in questi giorni sono arrivati vicino alla sede del Consiglio regionale del Lazio, non sono gli unici a divampare nel nostro paese. Dalla Sicilia alla Puglia, fino alla Lombardia, sono diversi i roghi attivi in Italia. A dirlo sono i satelliti della Nasa che osservano il pianeta, i cui dati sono riportati in questa mappa:
I dati arrivano da Firms (fire information for resource management system), un servizio dell’agenzia spaziale americana che consente di scaricare i dati relativi agli incendi che i satelliti osservano orbitando intorno al pianeta relativi agli ultimi sette giorni (l’estrazione è stata effettuata il 12 luglio alle 11:30 ora italiana).
Nello specifico, la scelta è stata quella di utilizzare i dati raccolti dal Viirs (visible infrared imaging radiometer suite) 375 m, un sensore che si trova a bordo dei satelliti gestiti in collaborazione tra Nasa e Noaa (national oceanic and atmospheric administration). Si tratta di uno strumento molto efficace nel rilevare anche roghi di piccole dimensioni, anche nelle ore notturne.
Come si può vedere, il satellite ha individuato roghi intorno alla capitale, ma non solo. La Puglia, sia nella parte settentrionale che in Salento, e la Sicilia meridionale sono le aree con la maggior concentrazione di roghi. In misura minore, se ne trovano anche lungo l’arco pedemontano tra Lombardia e Veneto. Roghi che magari non finiscono in prima pagina, ma che anche a causa dei cambiamenti climatici sono sempre più comuni nel nostro paese.