Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
La raccolta delle firme in digitale per le proposte di referendum potrebbe essere salva. Grazie all’azione dell’Associazione Luca Coscioni e del deputato Riccardo Magi, di +Europa, il ministro per la Transizione digitale Vittorio Colao ha riaperto alla possibilità di creare una piattaforma pubblica per la raccolta delle firme digitali per sostenere le proposte di referendum e di leggi di iniziativa popolare. Dopo che delle precedenti dichiarazioni avevano fatto temere per il fallimento del progetto, il ministro ha confermato che la piattaforma verrà realizzata e sarà abilitata a raccogliere, autenticare e abbinare le firme ai certificati elettorali.
Durante un’interrogazione parlamentare dello scorso 8 luglio sullo stato dei lavori per la piattaforma pubblica per i referendum – che dovrebbe essere attiva dal primo gennaio 2022 – Colao aveva dichiarato che, una volta realizzata, avrebbe consentito solamente di sottoscrivere i quesiti referendari, ma non di autenticare e abbinare le firme ai certificati elettorali. Tuttavia, senza autenticazione le firme raccolte in digitale avrebbero avuto lo stesso valore di quelle raccolte su piattaforme come Change.org, cioè quasi nessuno.
Appena saputa la notizia, l’Associazione Luca Cosioni ha raccolto più di 40mila firme in poche ore, per difendere il diritto della cittadinanza a poter firmare in maniera digitale le iniziative referendarie e le proposte di legge d’iniziativa popolare. Un appello pubblico al governo, accompagnato dallo sciopero della fame di Lorenzo Mineo, membro dell’associazione, che ha raggiunto il suo obiettivo: far cambiare idea al ministro Colao e non vanificare gli sforzi compiuti finora per ottenere questa possibilità.
La delegazione composta da Magi e dai rappresentanti dell’associazione hanno incontrato il ministro il 14 luglio, il quale ha confermato che la piattaforma per la raccolta delle firme digitali si farà e che le firme raccolte saranno valide ai fini del deposito in Corte di Cassazione. Non sarà quindi necessaria alcuna verifica analogica, ma tutte le funzioni necessarie per validare le firme e rendere equivalenti a quelle raccolte in modalità tradizionale saranno svolte dalla piattaforma. Nel frattempo, in attesa dello sviluppo della piattaforma pubblica, si potranno continuare a usare le piattaforme private, come quella implementata dall’associazione Coscioni l’estate scorsa per i referendum su fine vita e cannabis.
Il commento dell’Associazione Luca Coscioni
A termine dell’incontro i delegati dell’associazione hanno dichiarato come “le parole del ministro chiariscono che la piattaforma garantirà la piena validità delle firme sui referendum ai fini del deposito in Cassazione, siamo lieti che correggano quanto precedentemente dichiarato in Parlamento. Restiamo in attesa di conoscere il decreto attuativo nella sua completezza (perché, affinché le firme possano essere utili alla presentazione di un referendum o legge d’iniziativa popolare, occorre accoppiare anche le iscrizioni alle liste elettorali di chi firma) e i tempi di entrata in funzione della piattaforma, attenti alle trappole politiche e burocratiche di ogni tipo che possono ancora deragliare il processo, specie in giorni di caotica vita politica nazionale”.