giovedì, Giugno 8, 2023

Perché col caldo si dorme male

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Dormire in una stanza calda potrebbe compromettere anche la quarta fase del sonno. Uno studio del 2020 ha rilevato che una temperatura più elevata in camera da letto è associata anche a una durata minore della fase rem. Quando questo stadio viene interrotto, il ciclo del sonno deve ricominciare da capo. Nonostante il suo ruolo esatto sia ancora oggetto di dibattito, si ipotizza che la fase rem ricopra un ruolo nella formazione dei ricordi, nell’apprendimento di nuove abilità motorie e nella regolazione delle emozioni.

Ripercussioni mentali e fisiche

Se si prolunga per diversi giorni, la mancanza di sonno può influire sullo stato mentale e causare irritabilità e rabbia, racconta Michelle Miller, professoressa associata di medicina biochimica della University of Warwick. “Durante un’ondata di calore, mi preoccuperei di più degli effetti a breve termine, [a livello di, ndr] funzioni cognitive, riduzione delle prestazioni e della capacità di giudizio e sbalzi di umore“, spiega Miller. Chi deve mettersi alla guida o svolge lavori che comportano molta pressione e in cui le funzioni cognitive hanno grande importanza – come le forze dell’ordine o i servizi sanitari, i settori finanziari o le professioni che comportano l’uso di macchinari – dovrebbero fare particolare attenzione a questi effetti, aggiunge.

Dormire regolarmente meno di sette ore a notte, la quantità di sonno minima consigliata per un adulto, può portare anche a problemi cardiaci, obesità e diabete di tipo 2. “Le persone cercano di dormire poco durante la settimana per poi recuperare nel weekend, ma non si recuperano mai del tutto i benefici per la salute e per la sfera cognitiva derivanti da un sonno adeguato durante la settimana“, afferma Miller.

Le difficoltà nel sonno durante le nottate calde e insonni non sono un problema nuovo. Secondo uno studio pubblicato di recente, nel 2010 a livello globale ogni persona perdeva in media già 44 ore di sonno all’anno a causa delle alte temperature notturne; di conseguenza in media gli adulti dormivano meno di sette ore per 11 notti in più all’anno .

Con l’aumento costante delle temperature dell’aria, la quantità di sonno perso potrebbe crescere ulteriormente. Lo stesso studio, che ha collegato i tracker per il monitoraggio del sonno di oltre 47mila persone in 68 paesi ai dati meteorologici locali, ha previsto che potremmo perdere 50 ore di sonno ogni anno entro la fine del secolo. Anche se possono sembrare poche, sei ore di sonno in più distribuite nell’arco dell’anno si tradurrebbero in circa altre 13 nottate di sonno insufficiente.

Impatto sproporzionato

I ricercatori che hanno realizzato lo studio hanno anche cercato di capire quali soggetti subissero l’impatto più elevato: “Abbiamo ipotizzato e previsto che le persone che vivevano già in climi caldi si sarebbero adattate meglio all’aumento della temperatura notturna – spiega Kelton Minor, dottorando presso il Center for Social Data Science dell’università di Copenhagen e autore principale dello studio –. Abbiamo scoperto che è l’esatto opposto“. Secondo l’analisi, che si basa sui dati risalenti al periodo 2015-2017, sembra che l’aumento della temperatura notturna di un grado colpisca i residenti dei climi più caldi più del doppio rispetto ai residenti delle regioni più fredde.

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