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Nuove strategie in casa Stellantis, o meglio, correzioni al timone rispetto alla rotta che era stata impostata nel passato più o meno recente. In particolare, il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA ha deciso di compiere un passo indietro rispetto ai piani stabiliti con la Cina e concludere la joint venture con il Gruppo GAC, che produceva varianti e anche modelli specifici Jeep per il mercato interno come Grand Commander.
Una scelta, recita una nota ufficiale, compiuta per alleggerire l’approccio agli asset di Stellantis e in particolare per puntare a una crescita – proprio in territorio cinese – del marchio Jeep. Una crescita per cui, evidentemente, la produzione in loco non è più un’opzione vantaggiosa.
SI TORNA AD IMPORTARE
“Stellantis si concentrerà sul supporto ai clienti Jeep in Cina grazie alla gamma elettrificata di veicoli d’importazione e ai concessionari cinesi specializzati”, recita ancora la nota ufficiale diffusa dal Gruppo, che sintetizza chiaramente quali siano le ambizioni e le prospettive per il futuro.
Tra le righe, in particolare, emergoe alla base di questo cambio di strategia anche la “mancanza di progressi nel piano precedentemente annunciato per l’acquisizione da parte di Stellantis di una quota di maggioranza nella joint venture”. Uno stallo, se così lo si può definire, che ha portato di conseguenza il Gruppo GAC e Stellantis ad avviare trattative per la cessazione della joint venture costituita nel marzo del 2010 ma che negli ultimi anni è stata in perdita.
I PROSSIMI PASSI
Secondo quanto stabilito dalle due parti coinvolte, dunque, adesso Stellantis e GAC procederanno alla ordinata cessazione della produzione locale di Jeep. Ma allo scioglimento della joint venture seguiranno anche alcune conseguenze di bilancio, visto che Stellantis riconoscerà un onere di svalutazione non monetario di circa 297 milioni di euro nei risultati del primo semestre 2022.