venerdì, Aprile 19, 2024

Le startup che ti portano la spesa in 15 minuti stanno fallendo

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Ci sono voluti solo otto mesi perché la startup di consegne veloci Jokr ottenesse lo status di unicorno, raggiungendo cioè un miliardo di dollari di valutazione, e solo altri sei perché la sua strategia commerciale iniziasse a sgretolarsi. Jokr aveva tappezzato New York di annunci pubblicitari roboanti, che promettevano di consegnare la spesa entro 15 minuti gratuitamente e senza un minimo d’ordine, raccogliendo un totale di 430 milioni di dollari in capitale di rischio per poi espandersi in altre città del mondo. Da Boston a Bogotà, i corrieri dell’azienda sfrecciavano in scooter turchesi per portare la spesa a casa dei clienti.

Jokr, però, stava anche perdendo ingenti quantità denaro. Nella prima metà del 2021 la startup aveva registrato entrate per 1,7 milioni di dollari e perdite per 13,6 milioni di dollari, secondo i dati esaminati da The Information. Ad aprile la società ha chiuso i battenti in Europa. Lo scorso giugno, a quattordici mesi dal lancio e un anno dopo aver annunciato il progetto di costruire cento micro-magazzini nella sola New York, Jokr ha annunciato il ritiro dagli Stati Uniti e il licenziamento di 50 dipendenti. L’azienda è ancora presente in città come San Paolo, Città del Messico e Bogotà.

Anche altre startup di consegne rapide hanno subito un repentino ridimensionamento. A maggio Gorillas e Getir, due delle maggiori aziende del settore, hanno licenziato migliaia di dipendenti540 solo in Italia nel caso di Gorillas – ritirandosi da diverse importanti città europee. Negli Stati Uniti quest’estate Gopuff, valutata 15 miliardi di dollari nel 2021, ha chiuso 76 dei suoi 500 centri di distribuzione. Altre società nel settore, come Buyk, Fridge No More e Zero Grocery, sono già fallite, scomparendo con la stessa rapidità con cui sono arrivate sul mercato.

Il declino dell’industria delle consegne veloci riflette lo smorzamento degli entusiasmi registrato nel 2022. A New York, per esempio, negli ultimi due anni i venture capitalist hanno investito quasi 8 miliardi di dollari nelle sei startup di consegne rapide presenti in città, incoraggiandone la crescita rapida e l’acquisizione di quote di mercato. Ora gli investitori però stanno chiedendo sempre più che queste società si dimostrino redditizie. A Thomas Eisenmann, professore della Harvard Business School, quest’improvvisa inversione di tendenza ricorda il crollo delle dotcom agli inizi degli anni Duemila, quando startup come Kozmo, che prometteva di consegnare generi alimentari e dvd in un’ora, sono fallite pochi anni dopo aver raccolto milioni di dollari in capitale di rischio. “Cosa è cambiato con queste nuove imprese – si chiede Eisenmann –? Non funzionava allora e non funziona adesso“.

Modello insostenibile

Secondo Eisenmann, le società di consegna rapida sono soggette a uno schema comune in cui i primi guadagni e la crescita iniziale finiscono per rivelarsi insostenibili. Per queste società, ottenere una prima ondata di interesse da parte dei clienti è facile e a costo zero, perché che le persone sono disposte a provare un nuovo servizio che fa promesse altisonanti. Ma per mantenere i clienti e guadagnarne di nuovi, una startup deve spiegare in modo chiaro quale siano i benefici che garantisce ai suoi utenti. Nel caso delle consegne rapide, questo significa trovare persone che hanno regolarmente bisogno di consegne urgenti e che sono disposte a pagare un sovrapprezzo per il servizio piuttosto che acquistare i prodotti autonomamente in un supermercato.

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