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Le false app di criptovalute hanno truffato 244 investitori per oltre 42,7 milioni di dollari. A sostenerlo è il Federal bureau of investigation (Fbi), l’agenzia governativa di polizia federale degli Stati Uniti, che in un rapporto pubblicato lunedì 18 luglio mette in guardia gli investitori statunitensi sulle applicazioni di criptovalute che si spacciano per istituti finanziari o società di investimento utilizzando loghi o nomi noti per frodare gli investitori.
“L’Fbi ha osservato criminali informatici contattare investitori statunitensi, affermando di offrire servizi di investimento in criptovalute legittimi e convincendo gli investitori a scaricare app mobili fraudolente, che i criminali informatici hanno utilizzato con successo crescente nel tempo per frodare gli investitori della loro criptovaluta”, si legge nel rapporto.
Le tattiche utilizzate dai criminali informatici variano ma seguono uno schema abbastanza preciso, spacciarsi per una società legittima, convincere i propri utenti a depositare le proprie criptovalute e poi scomparire. La fraudolenta società di investimenti di YiBit, responsabile per attività di frode per un totale di 5,5 milioni di dollari, opera convincendo i propri utenti a scaricare l’applicazione ufficiale dell’azienda e depositare le proprio criptovalute. Dopo il deposito, gli utenti ricevono un’email secondo la quale, per riavere accesso ai fondi, è necessario pagare le imposte sui propri investimenti e da lì, che la tassa si paghi o no, diventa impossibile prelevare i propri averi.
In un altro caso, responsabile per frodi da 3,7 milioni di dollari contro 28 individui, alcuni individui si spacciano per una legittima istituzione finanziaria statunitense di cui il rapporto non fa nome, convincono gli utenti a scaricare quella che è presentata come l’applicazione ufficiale della società, e usando la stessa formula di YiBit, impediscono agli utenti di prelevare i fondi depositati.
Secondo uno studio sulla propensione a utilizzare servizi bancari digitali condotto da Chase, la banca commerciale di JPMorgan, nel 2021, più del 99% della generazione Z e più del 98% dei millenials utilizza servizi bancari digitali, e persino tra i boomer, ovvero persone nate tra il 1946 e il 1964, la percentuale sfiora il 70%. Quella dei crimini informatici bancari è quindi una questione sempre più rilevante, e l’Fbi ha ritenuto opportuno offrire consigli e raccomandazioni, sia alle istituzioni finanziarie di tutelare la propria immagine che agli investitori di stare attenti ogni qual volta effettuano un deposito.