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Sembra passata un’era da quando Justin Timberlake, in un concerto parigino, indossò una coach jacket che nessuno aveva mai visto prima, con un gigantesco logo del Paris Saint-Germain sulla schiena in cui, al posto della consueta Tour Eiffel, era inserito il Jumpman, la silhouette di Michael Jordan che vola a canestro diventato il biglietto da visita del brand. Era il 2018, erano le premesse della collaborazione tra Jordan e Psg che avrebbe ridefinito il rapporto tra calcio e moda: non più nicchia, ma un vero e proprio fenomeno mainstream che di lì a poco avrebbe avvicinato i mondi più disparati, con i prodotti della collezione indossati non più soltanto da appassionati di calcio.
Il tramite di questa clamorosa operazione, con il logo Jordan per la prima volta accostato al mondo del calcio, è stato il Paris Saint-Germain, il club che più di tutti ha spinto per diventare un fashion brand a tutti gli effetti, aprendosi alle collaborazioni più originali ed eterogenee per portare l’immagine del club negli ambiti di ogni genere. La scelta ha pagato i suoi dividendi, facendo buon gioco al Psg – che ha incrementato eccome il suo volume di vendite, se si pensa che dalla prima collaborazione i numeri sono cresciuti del 400 per cento in meno di dieci anni – e a Jordan, che è entrato nel segmento calcistico associandosi al club più glamour che c’è, lo stesso di campionissimi come Mbappé, Messi e Neymar.
La partnership è stata avviata nel 2018 a fronte di un accordo triennale, ma nel tempo è stata prolungata: questo in corso è il quinto anno di collaborazione tra il Jordan e Psg, che si è appena arricchita del lancio della nuova maglia away della stagione 2022/23, con appunto il Jumpman sul petto. La divisa è un omaggio ai cinquant’anni del Parco dei Principi, la casa del club parigino, e adotta il un grigio chiaro, con banda verticale al centro in nero come i dettagli, un design molto somigliante alla stagione di debutto della collaborazione con Jordan.
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