giovedì, Marzo 28, 2024

L'inspiegabile successo di Resident Evil – La serie

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La serie è ambientata nel 2036, quattordici anni dopo la diffusione di “Joy”, un virus pensato dalla Umbrella Corporation come farmaco per la felicità – e per fatturare milioni di dollari con la società che in passato ha dovuto coprire la storiaccia del virus T. Protagonista è Jade Wesker (Ella Balinska), impegnata in un’attività di ricerca sugli zombie mentre cerca di ricongiungersi alla figlioletta e al marito, che viaggiano su una nave-laboratorio-comunità galleggiante di superstiti. Già in questa ambientazione, scatta la prima delusione nei confronti di un’atmosfera che, vorrebbe, ma non riesce a ricreare nemmeno lontanamente, il clima teso post apocalisse di Resident Evil e che fa piuttosto pensare a una parodia degli zombie movie. 
L’idea della serie di sviluppare la vicenda lungo due linee temporali poteva essere intrigante sulla carta. Nella pratica, però, la storia del 2022, quella che si ricostruisce lungo gli episodi di Jade adolescente insieme alla gemella (da madri surrogate) Billie è un disastro: un teen drama scritto male. Per chi si chiedesse come possono essere figlie di Albert Wesker, possiamo giocarci uno spoiler: questo dettaglio (poi spiegato) è il minore dei problemi, davvero. 

Molto peggio, oltre ai dialoghi e al family drama, è la presunzione di sviluppare a flash back una storia che, anche alla conclusione, lascia aperte così tante questioni, per non chiamarle direttamente incongruenze, da far rimpiangere la tigna di voler arrivare in fondo. 
La sceneggiatura, infatti, fa acqua da tutte le parti: sia con buchi di trama più grandi degli animali modificati – che a tratti fanno pensare, anzi sperare, di trovarsi di fronte a qualche crossover con Tremors o Mega Crocodile – sia per molte battute con riferimento a Pornhub e simili che non si capisce cosa abbiano a che fare con Resident Evil. 
Meglio sarebbe stato mettere degli zombie nella storia: uno dei tanti elementi che non funzionano in Resident Evil: La serie è che gli zombie presenti sono pochi e non fanno paura. A parte per poche scene di gruppo, per il resto gli infetti (e non viene spiegata l’epidemia del virus Joy) sono talmente sporadici e giocano un ruolo così marginale da rendere difficile ricordare che il mondo ha subìto un’apocalisse zombie. Non basta un’unica scena sul ponte di Londra che richiama esplicitamente il celebre fotogramma di 28 giorni dopo, né giocare la carta di un personaggio come Albert Wesker, né introdurre una comparsata dei Wesker: Resident Evil è ben altro e, senza dubbio, avrebbe meritato un trattamento migliore.

Mentre lo show continua a occupare inspiegabilmente, il primo posto tra le serie più viste su Netflix in Italia ma anche negli Stati Uniti, fioccano critiche e recensioni negative. Sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes, i punteggi sono 49% per la critica e 26% per il pubblico. 3,7/10 è la valutazione su IMDb, mentre l’insufficienza più grave è quella di Metacritic, che ha attribuito il voto di 1,9/10 a Resident Evil – La serie. In uno dei commenti si legge: «È terribile, e dopo diventa ancora più terribile. Quando perdi ogni speranza, peggiora ancora». 

È proprio così: Resident Evil – La serie è talmente brutto e fatto male, che riesce a sorprendere per come riesca ad andare di male in peggio senza sosta. Visto che non sembra non esserci limite a questo disastro, c’è un altro dettaglio di Resident Evil – La serie che fa rabbrividire: la conclusione dell’ottavo episodio lascia aperta la storia a una seconda stagione. Nulla è ancora confermato, ma la speranza è che Resident Evil non venga ulteriormente infettato dalla frenesia di Netflix.

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