domenica, Gennaio 12, 2025

Cosa prevede l'accordo sul grano tra Ucraina e Russia

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Ucraina e Russia hanno firmato un accordo per riaprire tre porti ucraini, tra cui quello di Odessa, per fa ripartire le esportazioni di grano da cui dipende la sicurezza alimentare di diversi paesi in via di sviluppo. Lo hanno fatto sapere il presidente turco, Tayyip Erdogan, e il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, che hanno coordinato la mediazione dei dialoghi tra i due paesi.

Da quando il Cremlino ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, circa 30 milioni di tonnellate di grano sono bloccate solamente nei silos di Odessa, a causa degli attacchi missilistici, del blocco navale e delle mine lasciate lungo le coste ucraine del Mar Nero. Le truppe di invasione hanno poi incominciato anche a rubare il grano già raccolto nei territori occupati, per rivenderlo in Russia e all’estero.

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Azioni che hanno innescato e acuito una crisi alimentare globale, che l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e il Programma alimentare globale (Wfp) sostengono coinvolga almeno venti paesi del mondo. I paesi più a rischio sono Repubblica democratica del Congo, Nigeria, Yemen, Afghanistan, Etiopia, Siria, Sud Sudan, Somalia, Haiti, Niger, Kenya, Burkina Faso, Libano, Chad, Mali, Angola, Mozambico, Guinea, Madagascar, Mauritania, Benin e Capo Verde.

Dopo mesi di dialogo, mentre ancora Mosca lancia missili sulla popolazione civile ucraina e le persone rimaste bloccate nei territori occupati vivono senza acqua corrente, fognature funzionanti o corrente elettrica, Turchia e Nazioni unite sono riuscite a mediare efficacemente per stilare un accordo a pacchetto, come descritto da Guterres. I dettagli dell’accordo non sono stati ancora rivelati e non è ancora stata diffusa la notizia ufficiale dell’avvenuta firma, ma l’agenzia stampa Reuters spiega che l’Unione europea potrebbe aver accettato di sollevare alcune sanzioni alla Russia per convincere il presidente Vladimir Putin a firmare l’accordo.

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Secondo altre indiscrezioni i porti sicuri dovrebbero essere tre: quello di Chornomorsk, quello di Yuzhny e il più importante porto ucraino di Odesa, dai quali non potranno spostarsi altre imbarcazioni, se non quelle destinate al trasporto del grano. I porti in questione, trovandosi nei territori liberi, restano sotto il totale controllo ucraino, mentre navi ucraine in transito dovranno essere ispezionate dalla Turchia per fugare i timori russi che possano essere usate per portare armi in Ucraina. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu ha descritto in un tweet l’accordo come “il primo passo per risolvere l’attuale crisi alimentare”.

In base a quanto riportato dal giornale ucraino Strana (tradotto, Paese), il documento è stato firmato dal ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov, dal suo omologo russo, dal ministro della Difesa turco Hulusi Akar e dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. Le prime navi potrebbero cominciare a circolare già dalla prossima settimana e le Nazioni Unite stanno valutando la possibilità di dichiarare Odessa un porto di importanza internazionale e quindi vietare qualsiasi ostilità in quel luogo.

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