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Per la prima volta da quando è nata la Repubblica italiana, la cittadinanza è chiamata alle urne in autunno, quando invece dovrebbe esserci un governo a occuparsi di redigere e approvare la legge di bilancio. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha preso atto della mancata fiducia e comunicato lo scioglimento delle Camere, avviando il percorso verso le elezioni anticipate. Questo perché il Parlamento ha deciso di mandare a casa l’esecutivo di Mario Draghi e con esso la possibilità del governo di fare riforme ed emettere provvedimenti, almeno fino a dopo le elezioni. Una scelta pericolosa, perché impedisce alle istituzioni di assumere tempestivamente le azioni necessarie a contrastare la crisi energetica o affrontare la crescita dell’inflazione, mettendo a rischio anche la nostra capacità di raggiungere i 55 obiettivi richiesti dall’Unione europea per ottenere i nuovi fondi per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Il governo infatti resterà in carica fino alla formazione di un nuovo esecutivo, solo per il disbrigo degli affari correnti. Avrà quindi l’opportunità di portare avanti i provvedimenti già approvati dal Parlamento, ma non potrà prendere iniziative di governo, approvare decreti legge o riforme. Di fatto, ci troveremo in una situazione di immobilità che terminerà solo una volta insediato un nuovo governo, con un conseguente rallentamento dell’azione legislativa che mette a rischio diverse misure di cui l’Italia avrebbe bisogno. Vediamo assieme quali.
- Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)
- Legge di bilancio 2023
- Energia e rincari
- Rete unica a banda larga
- Sanità
- Riforma della giustizia
- Le altre riforme
Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)
L’Italia ha diritto a oltre 200 miliardi di euro in fondi europei, per la ripresa dalla pandemia, fino al 2026. Tuttavia, per assicurarci che il flusso di denaro continui, l’Europa ci ha chiesto di approvare una serie di riforme strutturali. Finora il governo ha ottenuto quasi 67 miliardi di euro, ma per ottenere la prossima rata da altri 22 miliardi, l’Italia deve raggiungere 55 nuovi obiettivi nella seconda metà del 2022, cosa che secondo gli analisti potrebbe rivelarsi più difficile senza Draghi al timone. Tra gli obiettivi da raggiungere, l’Italia deve approvare entro la fine di quest’anno misure per promuovere la concorrenza.
Legge di bilancio 2023
Entro la fine dell’anno, il Parlamento dovrà approvare la legge di bilancio, o manovra economica, che serve a stabilire come e dove lo Stato potrà prelevare e spendere il denaro degli italiani e delle italiane. Se questa non dovesse essere approvata, scatterebbe il cosiddetto esercizio provvisorio, con il quale l’Italia non potrebbe esercitare alcun tipo di iniziativa economica per i primi quattro mesi dell’anno, ma limitarsi alle spese di ordinaria amministrazione. L’ultima volta in cui si fece ricorsa a questo strumento, per l’incapacità di approvare la legge di bilancio, è stato nel 1987, con il governo del democristiano Giovanni Goria.
Energia e rincari
Prima dello scoppio della crisi, il governo stava lavorando a un nuovo pacchetto di stimoli del valore di 10 miliardi di euro, per aiutare le famiglie e le imprese a far fronte all’aumento dei costi dell’energia. Il piano sarebbe dovuto essere approvato entro i primi di agosto.
Rete unica a banda larga
Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) sta discutendo con Tim della creazione di un operatore a banda larga unificato, combinando l’infrastruttura di rete fissa di Tim con quella di Open Fiber, sostenuta dallo Stato. Cdp, che detiene una partecipazione del 60% in Open Fiber, ha dichiarato domenica che il progetto è industrialmente fattibile e che i colloqui tra le parti continueranno nonostante la crisi politica. Tuttavia, il partito di estrema destra Fratelli d’Italia (Fdi), che secondo i sondaggi potrebbe diventare la prima forza politica in Parlamento, sta chiedendo a Cdp di interrompere i colloqui con Tim, come detto a Reuters dal deputato Fdi Alessio Butti.
In pericolo anche molte misure che riguardano la sanità, prima tra tutte la legge sul suicidio assistito, il cui esame al Senato verrà interrotto. Inoltre si fermerà la la legge delega per la riforma degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e quella sulla sanità territoriale che era sul punto di concludersi. In particolare si fermeranno i disegni di legge per la creazione del profilo professionale di autista soccorritore, quello per la riforma del sistema di emergenza-urgenza e quello per la creazione dell’infermiere di famiglia e comunità. Stesso destino per le proposte di istituzione dello psicologo di cure primarie, sull’istituzione della Giornata nazionale della prevenzione veterinaria e sul diritto all’oblio per i malati oncologici, misura di civiltà chiesta a gran voce dalle associazioni dei pazienti.
Riforma della giustizia
Probabilmente la più controversa dei 17 mesi di presidenza Draghi, la riforma della giustizia mirava a ridurre la durata dei processi del 25% nelle cause penali e del 40% in quelle civili. Una misura molto criticata, perché, secondo i critici, potrebbe concedere a molti imputati di sfuggire alla giustizia.
Le altre riforme
Oltre alle misure e alle riforme già elencate, verranno immobilizzate la legge sulla concorrenza, con le nuove regole per le concessioni balneari e i taxi, la riforma del Fisco e il riordinamento del catasto, il nuovo codice degli appalti e la discussione sullo ius scholae, il ddl Zan e la depenalizzazione della cannabis.