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Da Stranger Things alla musica e viceversa: Maya Hawke supporta la libertà contro tutti gli stereotipi in ogni ambito artistico. L’attrice, che nella serie Netflix interpreta Robin, uno dei tanti personaggi più amati tra le new entry delle ultime stagioni, è anche cantautrice. Dopo l’album di debutto Blush del 2020, la star è pronta a lanciare un nuovo disco, che si intitola Moss, in uscita il prossimo 23 settembre. L’album è anticipato da Thérèse, una ballata pop che inneggia alla libertà sessuale e non solo, alla spinta per fuggire agli stereotipi imposti dalla società. Senza troppi giri di parole, infatti, è stata la stessa Maya Hawke a spiegare il brano nel comunicato stampa: «Thérèse parla degli spazi segreti che ci costruiamo per essere liberi di essere noi stessi in un mondo che, intenzionalmente e sistematicamente, continua a non comprenderci».
Il titolo della canzone (Thérèse, ndr) pare sia ispirato al quadro Thérèse Dreaming (1938) dell’artista polacco-francese Balthus, a lungo oggetto di controversie quando è stato esposto al Metropolitan Museum di New York, perché raffigurava una ragazzina in una posa considerata provocatoria.
L’uscita del singolo Thérèse è stata accompagnata da un videoclip (diretto dall’attore, sceneggiatore e regista Brady Corbet, già deus ex machina del film Vox Lux del 2018) i cui contenuti sessualmente espliciti hanno spostato l’attenzione dal significato della canzone che, in realtà, contiene un messaggio che parla sì di libertà sessuale, ma soprattutto di libertà contro tutte le etichette e i pregiudizi con cui le persone possono avere a che fare.
Sembra che Maya Hawke senta molto la battaglia contro gli stereotipi, forse anche poiché la giovane artista è figlia d’arte – i suoi genitori sono Uma Thurman e Ethan Hawke – che, quindi, potrebbe aver sperimentato il peso delle aspettative e dell’attenzione puntati su di lei, quando ha cominciato a muoversi nel mondo artistico. Sempre la cantautrice ha spiegato in un’intervista a IndieWire la sua crescita sotto i riflettori di cui parla proprio nella canzone Thérèse: «Siamo tutti costantemente bombardati con stereotipi negativi riguardanti le immagini del corpo, che lo vogliamo o no. Mentre crescevo (siamo onesti… sto ancora crescendo), l’arte che ho trovato nella sessualità mi ha aiutato a liberarmi di questa cultura che sembra voglia farci odiare noi stessi e temere gli altri, non è così? Ci sono molte ragioni per sentirsi tristi di questi tempi ma è importante trovare dei momenti di gioia e prendersi cura degli altri dove e quando possiamo».
Anche in un’intervista a Dazed ha ulteriormente approfondito la sua volontà di esprimere, attraverso il brano musicale, «la sensazione che la solitudine sia la cosa peggiore finché non ti rendi conto che è di gran lunga superiore alle cattive compagnie; su quanto siamo liberi da bambini e poi mentre attraversiamo la pubertà e la cultura ci schiaccia addosso e invece di essere noi stessi, iniziamo a cercare di essere come tutti gli altri».
Al di là del videoclip, che a livello superficiale colpisce per le immagini più nude ed erotiche di quanto accada di solito, ma comunque andrebbe letto in funzione della canzone, il messaggio di Maya Hawke attraverso la musica, è piuttosto chiaro, un appello a liberarsi da tutti i condizionamenti della società, riflettendo su «Quanto duramente dobbiamo combattere contro le forze interne ed esterne solo per amarci, amare noi stessi, amare i nostri corpi. Thérèse è un invito a tornare alla mente del principiante. Un promemoria, se non altro per me stessa».
Coraggiosa e libera, Maya Hawke ha ribadito il suo intento comunicativo di Thérèse «Spero che alla gente piaccia o che lo odino, o qualsiasi altra cosa – ha concluso su Dazed – Spero che faccia provare qualcosa di diverso dalla vergogna, dall’odio per sé stessi e dalla solitudine. Penso che siamo tutti stanchi di sentirci così».
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