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Tampere, Finlandia meridionale. Dal 2020 Sandvik, multinazionale svedese che realizza macchinari per l’industria, il settore estrattivo e quello manifatturiero, sta sperimentando il 5G in miniera. Le reti mobili di quinta generazione vengono usate per gestire gli scavi, movimentare robot di precisione, comunicare in modo sicuro e veloce anche con chi si trova molti metri sotto terra. Ad Anversa, Belgio, nello stesso anno il 5G sale a bordo di un pilotino, per controllare da remoto le manovre delle grandi navi cargo che attraccano al porto. In Svezia, invece, con le reti di quinta generazione si guidano a distanza macchinari per il taglio delle foreste. Sono tutte sperimentazioni comuni nell’industria delle telecomunicazioni, di fronte alle sconfinate capacità di azione che il 5G rende possibili. Quel che c’è di nuovo è che avvengono su reti private. Frequenze dedicate alle aziende che le acquistano (o, in questa fase sperimentale, le occupano).
Nel vecchio continente, secondo i dati dell’Osservatorio sul 5G della Commissione europea, sono in corso 55 test su reti private mobili di quinta generazione. A dominare è la Germania, unico paese dell’Unione ad aver assegnato frequenze specificamente per usi privati. Una porzione da 100 megahertz (MHz) nella fascia dei 3.7-3.8 gigahertz (GHz), che offre maggiore ampiezza di banda per usi critici, come robotica o logistica a guida autonoma. Circa la metà dei test è in ambito industriale, da Bosch a Basf, da Mercedes a Volkswagen.
Perché avere una rete 5G privata? Lo sintetizza bene Jani Vilenius, direttore del dipartimento tecnologia e servizi di Sandvik mining and rock solutions: “Reti 5G private a livello industriale offrono infrastrutture singole per comunicazioni affidabili e sicure di voci, dati e video e applicazioni automatizzate”. “I dati rimangono all’interno della fabbrica e della rete del cliente, creando quello che reputiamo un livello di sicurezza più specifico”, spiega Linda Pirovano, consulente tecnica di prevendita per reti di automazione industriale di Siemens in Italia. Il colosso tedesco del manifatturiero è una delle imprese che si è aggiudicata uno spettro di banda tutto per sé. A Norimberga Siemens ha creato un ambiente di test per il settore automotive, con reti private di quinta generazione usate per muovere piccoli robot per le consegne e creare ambienti di test virtuale.
Dai porti alle foreste
Sono tre le principali sperimentazioni che le aziende stanno conducendo su reti private. Primo, “lo streaming di video e la condivisione di dati in maniera affidabile e flessibile”, come racconta Lennart Verstappen, portavoce dell’Autorità portuale di Anversa. All’inizio del 2020 il porto della città belga inizia a sperimentare il 5G. Prima su rete pubblica, poi privata. Siccome in Belgio, a differenza che in Germania, le aziende non possono acquisire le frequenze, l’autorità lavora gomito a gomito con le compagnie telefoniche Orange e Proximus, il gigante delle telecomunicazioni Ericsson e Isea, che sviluppa soluzioni di rete. I primi test riguardano la condivisione di dati e video dai pilotini e l’estensione al porto della rete di pubblica sicurezza Minerva, monitorata da forze di polizia e vigili del fuoco. “Il 5G ci permette di migliorare il nostro ruolo – commenta Verstappen -. Saremo in grado di raccogliere dati ovunque e in modo sicuro. In questo modo potremo affiancare i nostri colleghi all’opera con droni e videocamere, inviando dati in tempo reale a chi fa ispezioni”.
L’altro capitolo è l’automazione, come sperimenta Skogforsk, l’ente di ricerca centrale per le foreste in Svezia. “Ci siamo resi conti che se volevamo essere in grado di controllare da remoto un macchinario, avevamo bisogno di bassa latenza e della possibilità di trasmettere grandi quantità di dati, come video 4K – dice Petrus Jönsson, vicedirettore operativo del programma foreste -. Sul lungo periodo l’uso più importante è il controllo remoto, combinato con l’automazione, di più di un macchinario per operatore. Questo farebbe abbassare il costo del lavoro, che incide per un terzo sul costo totale della macchina”. In autunno l’ente è pronto per un nuovo progetto, insieme a Ericsson, la compagnia telefonica Telenor e Fujitsu.