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La carenza di cavi in fibra ottica rischia di minacciare la crescita digitale mondiale. Secondo il Financial Times, la crisi economica ha provocato un significativo aumento dei prezzi e dei tempi di consegna dei cavi in fibra ottica, compromettendo i piani di investimento di diverse aziende di telecomunicazioni e minacciando la connettività globale.
Secondo la società di informazioni di mercato Cru, le zone più colpite sono Europa, India e Cina, dove i prezzi della fibra sono aumentati del 70% da marzo 2021. Si tratta di un problema serio, poiché i cavi in fibra ottica sono fondamentali per far funzionare i data center, ovvero le strutture fisiche che le aziende utilizzano per conservare i propri dati più importanti. Nonostante il periodo pandemico abbia generalmente indotto le aziende a ridurre i propri investimenti, il significativo aumento nella domanda di internet e dei servizi digitali ha infatti costretto diversi dei colossi del tech, tra cui Amazon, Google, Microsoft e Meta, a espandere i propri data center per fronteggiare il maggior numero di dati che la crescente domanda costringe a gestire.
Inoltre, diversi governi europei hanno fissato obiettivi piuttosto ambiziosi per il lancio della banda large superveloce e del 5G, che richiedono entrambi grandi quantità di cavi in fibra ottica. Solo qualche settimana fa l’Italia ha assegnato le ultime gare per il 5G e il ministro per l’Innovazione Vittorio Colao ha promesso di dotare il 99% degli italiani di reti 5G entro il 2027, un obiettivo che prevede la realizzazione di nuovi siti radiomobili 5G rilegati in fibra ottica da completare entro il 2026.
Per questi motivi, il consumo dei cavi in fibra ottica è aumentato dell’8,1% nel primo semestre del 2022. A tale aumento della domanda si aggiunge inoltre la crisi dell’energia, che ha provocato un aumento dei costi di produzione di materiali come elio e tetracloruro di silicio, fondamentali per la produzione di fibra ottica. Tutto ciò ha provocato un aumento dei prezzi che rischia di mandare in crisi l’intero settore.
Secondo Michael Finch, analista a Cru, c’è il rischio che i paesi non saranno “in grado di raggiungere gli obiettivi fissati per la costruzione di infrastrutture” e l’attuale situazione “potrebbe avere un impatto sulla connettività globale”.