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«Da Aspesi la cultura è molto vicina all’idea del buon vivere italiano. Quando vivi in Italia, respiri quello che è il modo di vivere e di consumare, un’idea di autenticità. Ogni famiglia ha le sue tradizioni, e ci sono dentro modi personali di fare le cose. Questo secondo me è quello che trovi nella storia dell’abbigliamento di Aspesi, che nasce con 3 camicie e poi introduce il nylon, con l’idea di prendere capi outwear, per la montagna, e attraverso i colori renderli metropolitani. Per me il mio lavoro è portare questa cosa avanti nel tempo. Fare oggetti utili e che durino. Oggetti che sono anche belli, ma in un equilibrio tra queste caratteristiche». Il valore riguarda anche la qualità intrinseca di un oggetto, il modo in cui è prodotto e confezionato, come regge i lavaggi, se resiste anni. Steele lavora per realizzare uno spazio vestimentario in cui, dice, «sei a posto», e aggiunge: «Ci sono colori che sono stravaganti e colori che invece sono rigorosi. Il blu navy è qualcosa che porta a una certa emozione, il bianco, l’azzurro da lavoro, ci sono associazioni poetiche che puoi fare con quei colori, associazioni anche politiche, addirittura.