martedì, Settembre 26, 2023

L'Agenzia delle entrate ha subito un attacco informatico con richiesta di riscatto

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L’Agenzia delle entrate sarebbe stata colpita da un attacco informatico lanciato da una nota banda di cyber criminali, di probabile provenienza russa, chiamata Lockbit. Secondo quanto diffuso sul sito dell’organizzazione, l’attacco avrebbe sottratto circa 78 gigabite di dati, tra cui documenti relativi a “Scansioni, report finanziari e contratti”. I criminali hanno dato tempo alle autorità fino al 31 luglio per pagare il riscatto dei dati ed evitare la loro pubblicazione.

LockBit è un gruppo di cyber criminali  specializzati in attacchi ransomware. Si tratta di una tipologia di malware infiltrato all’interno di un’organizzazione per poter cifrare i dati e disattivarne i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alle vittime il pagamento di un riscatto per sbloccarli e “restituirli” ai legittimi proprietari. Nel caso l’organizzazione si rifiuti di pagare, gli attaccanti possono o rendere pubblici i documenti, diffondendoli online, oppure provare a venderli ad altre organizzazioni.

Il ransomware di Lockbit è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici, in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e il gruppo Lockbit lo ha già usato per estorcere denaro a varie organizzazioni e aziende in diverse parti del mondo. In Italia, per esempio, i cyber criminali di Lockbit hanno attaccato l’Agenzia nazionale per il turismo e il famoso produttore di salumi Rovagnati.

L’annuncio dell’attacco all’Agenzia delle entrate (Foto: Lockbit)

kevin carboni

Mentre, secondo quanto riportato dalla rivista online specializzata Red hot cyber, Lockbit non ha mai attaccato la Russia o i paesi dello spazio post sovietico. Addirittura, si legge sulla rivista, il programma malware di Lockbit si bloccherebbe se i sistemi attaccati presentino come linguaggio predefinito una delle lingue dei paesi attorno alla Russia.

A seguito dell’attacco sono iniziate le indagini della polizia Postale e dei tecnici informatici dell’Agenzia delle entrate, anche per accertare l’effettivo successo dell’attacco. Al momento infatti, sembra non ci siano prove a dimostrazione che Lockbit abbia effettivamente compiuto l’attacco.

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