venerdì, Gennaio 17, 2025

Sono passati 10 anni dal whatever it takes di Mario Draghi

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E anche per questo l’Omt non fu mai utilizzato, con i governi europei spaventati dagli effetti politici dell’intervento della Troika in Grecia. Ma il muro era ormai rotto: tutti avevano visto le misure non convenzionali nella cassetta degli attrezzi del governatore che nel giro di pochi anni mise fine alle speculazioni e all’ansia da spread con il varo del quantitative easing (Qe), prima annunciato e poi diventato operativo nel 2015. “Il quantitative easing che prevedeva un acquisto di titoli di stato da parte della Bce, per tutte le economie indistintamente”, cioè senza la necessità di seguire un percorso di riforme obbligato. All’inizio la Bce comprava 60 miliardi al mese, poi 80 per via via scendere a 20 miliardi prima di una nuova fiammata del 2020 per tamponare le voragini aperte dal Covid-19. In sette anni di acquisti di titoli di stato, la Bce ha iniettato nel sistema euro 2.744 miliardi. Solo in Italia sono arrivati 448 miliardi fino a giugno 2022.

Dal whatever it takes al 2015 passarono oltre due anni, evidenzia De Romanis, perché “ci è volle tempo per convincere i tedeschi che hanno sempre definito il quantitative easing una droga senza alcun incentivo a tenere i conti in ordine”. La Germania guidata da Angela Merkel in cambio della non opposizione al Qe ottenne il fiscal compact, con vincoli più rigidi per la compilazione dei bilanci e tappe chiare per abbassare il rapporto debito-pil dei paesi più esposti (Italia in testa). La Bce, nota De Romanis, in quegli anni ha fatto la sua parte, “ma toccava ai governi nazionali implementare le giuste politiche”, per far sì che i vantaggi generati dalla maggiore liquidità nel sistema potessero finire a cascata nel tessuto economico. “Come ha detto lo stesso Draghi, si può portare il cavallo al fiume, ma non si può costringerlo a bere: se le banche, dalle quali la Bce comprava i titoli di stato, non si fidano delle famiglie e delle imprese perché il governo non fa le riforme per migliorare il contesto economico, tutta la liquidità viene conservata“, chiosa l’economista.

La crisi di governo lo ha fatto aumentare e l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca centrale europea rischia di causare un’altra impennata

A 10 anni dal whatever it takes il nuovo scudo Bce

A quasi dieci anni esatti dalle parole di Draghi, la Bce il 21 luglio 2022 ha varato il Transmission Protection Instrument (Tpi), un nuovo strumento anti-spread che prevede la possibilità da parte della Banca centrale di acquistare ancora i titoli di Stato dei paesi in difficoltà. “Il Tpiha spiegato la Bcerappresenta un ulteriore strumento a disposizione del Consiglio direttivo attivabile per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l’area dell’euro. La portata degli acquisti del Tpi dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria”.

Come ha spiegato Cristine Lagarde, attuale governatrice della Bce, l’attivazione del Tpi avrà degli elementi di “discrezionalità” che daranno molta libertà al board di Francoforte. Ma in linea di massima saranno quattro i vincoli necessari per poter attivare il meccanismo: nessuna procedura di infrazione per disavanzo eccessivo; niente gravi squilibri macroeconomici nel bilancio; sostenibilità del debito; infine, la presenza di politiche macroeconomiche sane e sostenibili, con l’impegno a rispettare i paletti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e le raccomandazioni specifiche della Commissione europea per ogni Paese in ambito fiscale.

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