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L’azienda energetica statale russa Gazprom ha fatto sapere tramite un comunicato su Telegram che a partire da mercoledì 27 luglio le forniture di gas all’Europa saranno dimezzate, per via della manutenzione di un’altra turbina del gasdotto Nord Stream. Il gasdotto, che trasporta il gas naturale russo in Europa occidentale attraverso il mar Baltico, attualmente sta già operando al 40 per cento della propria capacità, a causa dei continui tagli attuati nel corso delle ultime settimane; da mercoledì il flusso verrà ridotto ulteriormente, al 20 per cento della capacità di Nord Stream.
Da settimane Gazprom giustifica i continui tagli alle forniture citando questioni tecniche e manutenzioni. Diversi governi e analisti europei, tuttavia, sostengono che si tratti di un pretesto, e che i tagli del gas rappresentino una risposta alle sanzioni imposte a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e un’arma di ricatto importante verso i paesi (come la Germania e la stessa Italia) che dipendono fortemente dal gas russo. Lo scorso 11 luglio, il Nord Stream era stato chiuso per dieci giorni per la manutenzione di una turbina. In Europa, il timore era che si trattasse di una scusa per azzerare le forniture in via definitiva, e persino la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva definito l’interruzione totale dei flussi di gas dalla Russia all’Europa come uno “scenario probabile”. Il 21 luglio, però, il gasdotto aveva ripreso a funzionare, pur al 40 per cento della propria capacità (ma comunque in linea ai livelli precedenti all’11 luglio).
Già in quell’occasione il presidente russo Vladimir Putin aveva tuttavia sottolineato come altre turbine del gasdotto necessitassero di revisione, preannunciando che Mosca avrebbe dovuto probabilmente ridurre nuovamente la portata del gasdotto. In particolare, Putin aveva citato la necessità di ricevere garanzie tecniche e legali sufficienti per rimettere al suo posto una turbina di Siemens, che era stata inviata in Canada per delle riparazioni rimanendo bloccata nel paese a causa delle sanzioni. Secondo l’agenzia di stampa tedesca Dpa al momento la turbina si troverebbe a Colonia, in Germania, in attesa dell’autorizzazione al trasferimento da parte della Russia. Visto che in questo caso, dunque, è stata fatta un’eccezione al regime sanzionatorio, la speranza della Russia è quella che, giocandosi l’arma di ulteriori riduzioni di forniture, le sanzioni possano essere bypassate o allentate.
Non è chiaro quanto durerà il nuovo taglio alle forniture. Da mesi i paesi europei sono al lavoro per trovare fonti alternative al gas russo in previsione di un’eventuale interruzione definitiva delle forniture, nel quadro della quale negli scorsi giorni la Commissione europea ha presentato un piano per ridurre del 15 per cento il consumo di gas da parte degli stati membri.