martedì, Settembre 26, 2023

Senza la raccolta firme in digitale i nuovi partiti non potranno presentarsi alle elezioni

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Dopo il referendum costituzionale però, i collegi plurinominali alla Camera però sono scesi a 49; quindi per presentarsi in tutta Italia servirebbero almeno 73.500 firme. Tuttavia, con le elezioni in anticipo di oltre quattro mesi rispetto al normale termine della legislatura, il numero delle firme richieste viene dimezzato. Pertanto ne servono almeno 750 invece che 1500 per ogni collegio plurinominale. In totale, per presentarsi alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, in tutta Italia, partiti e coalizioni dovrebbero raccogliere almeno 36.750 firme per la Camera e 19.500 per il Senato.

Inoltre, per essere valide, le firme devono essere raccolte a mano e autenticate al momento della firma da un pubblico ufficiale presente sul posto, ovvero sindaci, amministratori locali o funzionari comunali, notai o avvocati, e le firme devono essere di elettori o elettrici iscritti nelle liste elettorali dei comuni che fanno parte del collegio plurinominale in questione. In sostanza, non si può firmare per una lista fuori dalla propria residenza.

Quali partiti non devono raccogliere le firme

Queste regole riguardano solo alcuni partiti. Grazie al decreto Elezioni approvato a maggio, sono state introdotte alcune regole che limitano l’obbligo di raccolta firme per “le prime elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica successive alla data di entrata in vigore della legge” cioè quelle del 25 settembre. In particolare, l’articolo 6-bis  chiarisce che possono presentare le candidature senza raccogliere le firme “i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021”. In questa casistica ricadono Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, PD, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, Italia Viva e Coraggio Italia.

Inoltre, l’esonero è stato esteso anche ai partiti “che abbiano presentato candidature con proprio contrassegno alle ultime elezioni della Camera dei deputati o alle ultime elezioni dei membri del parlamento europeo spettanti all’Italia in almeno due terzi delle circoscrizioni e che abbiano ottenuto almeno un seggio assegnato in ragione proporzionale” come +Europa-Centro Democratico. Oppure a quelli che “abbiano concorso alla determinazione della cifra elettorale nazionale di coalizione avendo conseguito, sul piano nazionale, un numero di voti validi superiore all’1 per cento del totale come Noi con l’Italia di Maurizio Lupi.

Quali partiti devono raccogliere le firme

Tutti i partiti, anche con dei rappresentanti in parlamento, che non abbiano le caratteristiche presentate, saranno obbligati a raccogliere firme. Si tratta del gruppo guidato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, Insieme per il futuro, Alternativa c’è, che raggruppa altri scissionisti del Movimento 5 Stelle, Italexit di Gianluigi Paragone, Potere al Popolo, Verdi Europei, Ancora Italia, il Partito Comunista di Marco Rizzo e Riconquistare l’Italia. Mentre Azione di Carlo Calenda non dovrà raccogliere firme grazie all’alleanza con +Europa.

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