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Martedì 26 luglio i paesi dell’Unione europea hanno trovato un accordo politico per ridurre in modo coordinato i propri consumi di gas del 15 per cento tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023. La riduzione è calcolata sulla base della media del consumo del gas negli ultimi cinque anni nello stesso periodo.
L’obiettivo dell’Unione è accumulare scorte per farsi trovare pronti in caso di interruzioni complete e definitive di forniture di gas da parte della Russia. Nel corso delle ultime settimane Mosca ha infatti attuato diversi tagli alle forniture e dato più volte l’impressione di voler utilizzare il proprio gas come un’arma di ricatto verso i paesi che ancora ne dipendono fortemente per il proprio approvvigionamento energetico. L’ultimo di questi tagli, partito oggi, ha ridotto i flussi del Nord Stream, il gasdotto che trasporta il gas naturale russo in Europa occidentale attraverso il mar Baltico, al 20 per cento della sua capacità totale.
Era già da tempo che a livello europeo si parlava di un accordo di questo tipo, e la Commissione aveva presentato un piano di risparmio coordinato di gas la scorsa settimana, più rigido di quello attuale, che aveva generato le critiche di diversi stati membri. Paesi come Grecia, Spagna, Cipro e Portogallo chiedevano infatti che si tenesse conto delle diverse situazioni di partenza, dato che non tutti i paesi dipendono dal gas russo in egual misura. La svolta è arrivata dopo che sono state aggiunte diverse potenziali esenzioni e deroghe che tengono conto del livello di stoccaggio raggiunto e della possibilità di esportare il gas risparmiato in altri, che hanno reso l’accordo più flessibile. L’unico paese che si è opposto è l’Ungheria, ma dato che per approvare la misura era sufficiente una maggioranza qualificata, il voto contrario non ha influito sul risultato finale.
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Secondo il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, nella versione finale dell’accordo l’Italia dovrà risparmiare il 7% rispetto alla media dei gas annuali per gli ultimi cinque anni, ma il piano di risparmio già previsto dal governo è uguale o superiore a questa cifra. Di conseguenza, non sarà necessario implementare misure ulteriori per rispettare l’accordo.