lunedì, Gennaio 20, 2025

6 motivi per cui andare in psicoterapia può essere la chiave del successo

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«Siamo tutti esseri sociali e viviamo in un ambiente in cui ci riconosciamo in base al giudizio esterno, a ciò che dicono e succede in relazione agli altri. Sono rari gli spazi in cui puoi connetterti con ciò che vuoi, di cui hai bisogno e ti succede», osserva l’esperta. Colmare questo vuoto è l’importante vantaggio che deriva dalla terapia. Paola Calderón Godin sottolinea che il Messico, dove vive e lavora, è uno dei tanti esempi di realtà nazionali dove manca la cultura della prevenzione, ma si va in terapia quando non si riesce più a sopportare la propria esistenza. Una consuetudine che a lungo termine può trasformarsi in un problema serio. Trascurare la salute può influire sulle prestazioni, le relazioni, la motivazione, la creatività e, persino, sull’intelligenza emotiva di cui abbiamo bisogno per non essere schiacciati dal peso dei problemi e delle responsabilità quotidiane. La professoressa afferma che «è provata la capacità della terapia di aiutarti in tutto e per tutto. Consente di prendersi più cura di sé, migliorare le proprie abitudini, ascoltare il proprio corpo, rispondere alle sue esigenze, risolvere i problemi personali e familiari, ottenere migliori risultati sul lavoro e tollerare le frustrazioni. In sintesi, aiuta a imparare a vivere e sopravvivere in un mondo pieno di incertezza».

Quali sono i vantaggi che portano al successo?

Per diventare una persona di maggior successo, l’esperta individua 6 punti utili derivanti dalla terapia:

• La capacità di risolvere i conflitti e i continui stati di emergenza, attraverso la ricerca di un cambiamento esistenziale significativo e profondo.
• Imparare a comunicare meglio con sé stessi e gli altri.
• Comprendere meglio le proprie emozioni e quelle di chi ci sta attorno.
• Capire l’origine dei conflitti e saperli prevenire.
• Avere più strumenti utili a relazionarsi con gli altri.
• Trovare uno spazio di espressione in cui non sentirsi giudicati.

La dottoressa afferma, inoltre, che «quando diventiamo adulti, ci troviamo davanti a cose nuove che non ci sono mai capitate prima e non abbiamo idea di come gestirle: dall’affrontare un nuovo capo a un divorzio. La terapia aiuta a gestire situazioni molto lontane dai confini della nostra zona comfort. Il punto è imparare a integrare i cambiamenti e saperli affrontare, perché esistono problemi che non possono essere risolti». Il concetto è di diventare consapevoli che ci saranno momenti in cui dovrai affrontare stress, ansia o difficoltà, ma con la terapia capirai cosa sta accadendo al tuo corpo e scoprirai come ridurre o convivere in modo intelligente con i problemi e le conseguenti reazioni psicosomatiche. «In questo modo, se ti dovesse ricapitare la stessa cosa, potresti gestirla meglio, individuare le situazioni che ti creano sofferenza e sapere come risolvere i conflitti in modo diverso». «Abbiamo paura di sembrare pazzi e l’importanza di avere cura della propria salute mentale passa in secondo piano», afferma l’esperta. «Credo che alla fine il punto sia considerare la terapia nel modo corretto: un occhio esterno, una visione oggettiva estremamente importante. Un terapeuta ti ascolta secondo una prospettiva diversa e può insegnarti a notare cose che tu non riesci a vedere. In terapia hai qualcuno che analizza da una differente angolazione. In terapia hai qualcuno che ti osserva in modo completo e dall’esterno; quindi, è un’ottima guida per il viaggio.

In conclusione, la terapia porta al successo perché ti spinge ad avere un atteggiamento diverso nei confronti della vita, a non lasciarti condizionare da certe cose, a non prenderle così sul personale e a pensare al mondo in modo diverso. «Una persona che fa attività fisica sarà più sana e avrà più successo perché è attenta, in continuo contatto con il proprio corpo, perseverante e capace di assumere abitudini salutari. La stessa cosa accade con la terapia, è come un esercizio mentale della psiche e significa coltivare il desiderio di migliorare, entrare in contatto con gli altri, mantenere un dialogo interiore, essere empatici e avere l’opportunità di fare ammenda quando si commettono errori, senza restare bloccati».

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