Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Il governo brasiliano vuole asfaltare 870 chilometri di Amazzonia, in corrispondenza di una strada che attraversa il cuore della grande foresta pluviale. L’autorità per la protezione ambientale del Brasile ha infatti concesso un primo permesso per l’asfaltatura dell’autostrada Br-319, una decisione che minaccia di aumentare sensibilmente la deforestazione dell’area, già portata ai suoi ai livelli più alti dal 2008 dal governo del presidente Jair Bolsonaro.
La Br-319 fu inaugurata negli anni Settanta dalla dittatura militare brasiliana (nei cui confronti Bolsonaro ha sempre manifestato la propria ammirazione). Presto, però, l’autostrada – che collega la più grande città amazzonica, Manaus, al resto del Brasile – si è deteriorata a causa delle condizioni climatiche della foresta pluviale.
Oggi il percorso è in gran parte costituito da terra battuta e durante i circa sei mesi della stagione delle piogge si trasforma per la maggior parte in una striscia di fango impraticabile. Una condizione di apparente disagio, ma che in realtà contribuisce a rendere più difficile l’accesso alle aree più remote e incontaminate della foresta, tutelandole dalle attività di deforestazione illegale, che secondo gli scienziati dell’Istituto spaziale del Brasile (Inpe) ha subito un’accelerata sotto l’amministrazione Bolsonaro.
Stando ai dati Inpe, riportati dal sito Rinnovabili, solo nel primo trimestre del 2022 sono spariti circa 941 chilometri quadrati di foresta Amazzonica, una superficie cinque volte superiore a quella della città di Milano. Secondo scienziati e ambientalisti, l’asfaltatura della strada consentirebbe di raggiungere più facilmente vaste aree della foresta pluviale e intensificare la distruzione illegali di alberi. Secondo uno studio riportato dal Guardian, il progetto aumenterebbe di cinque volte la deforestazione della zona entro il 2030, portando alla scomparsa di un’area di foresta incontaminata grande come lo stato della Florida.
L’Amazzonia ha una grande capacità di assorbimento dell’anidride carbonica, una funzione vitale per il pianeta che permette di rallentare il ritmo del riscaldamento globale. Gli scienziati del clima sostengono che senza i miliardi di alberi della foresta pluviale, nei prossimi anni l’aumento delle temperature globali è destinato a crescere esponenzialmente. Attualmente, gli esperti temono che l’Amazzonia sia vicina a un punto di non ritorno, passato il quale la più grande foresta pluviale della Terra potrebbe seccarsi, trasformandosi in una savana. La conseguenza estrema sarebbe la perdita di un ecosistema insostituibile e di un fattore fondamentale nelle dinamiche climatiche globali.