lunedì, Gennaio 20, 2025

Il supercomputer che studia le origini dell'universo

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Prati verdi, viali alberati, la sensazione di entrare in una dimensione separata dal mondo. Nell’università di Durham, vicino Newcastle, nell’Inghilterra settentrionale, si conduce ricerca avanzata sulle origini dell’universo utilizzando supercomputer. Un tipo di speculazione esclusivamente intellettuale, senza immediate implicazioni industriali, “ma il genere di ricerca in grado di gettare semi per il futuro” chiarisce la professoressa Azadeh Fattahi, associata di Cosmologia computazionale, mentre ci accompagna passeggiando tra i viali dell’istituto. 

L’ingresso della facoltà di Fisica della Durham University (foto: Antonio Piemontese)

foto: Antonio Piemontese 

Gli edifici di mattoni bruni dell’università celano un segreto: dietro a porte di metallo pesante bloccate da complicati codici d’accesso rantola il suono basso e continuo di ventole di raffreddamento e circuiti integrati provenienti dal supercomputer CosMa. Il nome sta per Cosmology Machine, e dal 2001 prova a ricostruire la storia dell’universo partendo dalle origini — quel Big Bang da cui tutto è partito ma che resta un mistero.

“Come è possibile che dall’omogeneità iniziale si sia giunti a un mondo così complesso?” è una delle domande, forse la principale, cui i modelli di Durham cercando di dare risposta. E per questo sono necessarie simulazioni numeriche. “All’inizio gli sforzi del computer erano indirizzato silo alla materia oscura” dice Fattahi a Wired. “Oggi sono possibili simulazioni idrodinamiche complete, che includono tutta la fisica relativa alla formazione delle galassie, al processo di formazione delle stelle, all’esplosione delle supernovae, all’attività dei buchi neri e oltre”. Il modello si chiama Flamingo, e come spiega la dottoressa, quella di utilizzare nomi di volatili è una sorta di tradizione. 

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