lunedì, Gennaio 20, 2025

Nel Gran Premio di Ungheria contano quasi più le qualifiche della gara

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Il Gran Premio di Ungheria è un grande classico dell’estate dei motori, da sempre l’ultima tappa prima delle vacanze estive di piloti e scuderie. Sarà così anche quest’anno, dato che dopo l’impegno all’Hungaroring la Formula 1 si prenderà quasi un mese di pausa, dandosi appuntamento in Belgio nel weekend del 26-28 agosto. Il Mondiale ha scollinato, e dopo il gran premio di Francia sono meno le gare da disputare (10) di quelle già disputate (12). 

Max Verstappen è saldamente in testa dopo il successo a Le Castellet, in cui è stato determinante l’errore di Leclerc, che adesso deve recuperare ben 63 punti in classifica all’olandese. «We believe in you», gli ha scritto la Ferrari in un post su Instagram, concetto ribadito dal team principal Binotto, che ha lanciato la sfida per quella che sarebbe una delle più clamorose imprese sportive di tutti i tempi, vincere le ultime 10 gare per conquistare un Mondiale che adesso sembra così lontano.

E da lì riparte la Ferrari, con una macchina veloce e capace di adattarsi a tutti i circuiti, un pilota dal talento immenso (Leclerc) e un altro in forma strepitosa (Sainz), che proveranno a centrare una doppietta per andare in vacanza con l’animo più sereno e tanta convinzione in più.

La vigilia della gara, però, è stata caratterizzata anche da un’altra notizia clamorosa, quella del ritiro a fine stagione annunciato da Sebastian Vettel. Una decisione che ha colto tutti di sorpresa, la voglia di normalità e di famiglia dopo tanti anni passati dentro un abitacolo in giro per il mondo. E, nel primo giorno al circuito, telecamere e taccuini erano tutti per lui, così come i post sui social da parte degli altri piloti, che sanno di perdere un compagno d’avventura forte e carismatico.

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Un classico del Mondiale

Il Gran Premio di Ungheria venne disputato per la prima volta nel 1936 all’interno del parco Népliget di Budapest, quando a vincere fu Tazio Nuvolari con l’Alfa Romeo. Ufficialmente, però, è entrato nel calendario della Formula 1 nel 1986 (prima competizione ufficiale disputata in un paese del blocco comunista) e da allora non ne è più uscito: 36 edizioni, tutte disputate all’Hungaroring e sempre in piena estate.

Qualifiche spesso decisive

La forma del tracciato è piuttosto tortuosa, tanto che il circuito ungherese è chiamato «una Monaco senza muretti», dove lo spettacolo rischia di ridursi alla prima curva dopo lo spegnimento dei semafori. Ecco perché, proprio come a Montecarlo, la qualifica risulta spesso determinante, dal momento che chi parte in pole position o in prima fila ha la possibilità di infilarsi per primo alla prima curva e scappare via, facendo il vuoto nei confronti di chi insegue. La prima curva, secca verso destra, è di fatto l’unico punto dove si può superare alla fine del rettilineo, uno dei due punti di utilizzo del DRS che quindi diventa teatro di sorpassi ma anche di incidenti. I più audaci, invece, sfruttano quella curva per preparare il sorpasso in quella successiva, incrociando la traiettoria con chi precede per sfruttare la maggiore trazione e la successiva piega a sinistra verso un altro tratto dritto.

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