venerdì, Gennaio 17, 2025

I rifiuti del mare diventano pezzi da museo

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Il primo “reperto” è stato una bomboletta spray “Ambra Solare”: “Il retro della confenzione era ancora leggibile – racconta Suma – e riportava il costo in lire. Un oggetto del genere non poteva che avere oltre cinquant’anni”. Così, Enzo decide di postare la foto del suo ritrovamento su Facebook e, con sua sorpresa, riceve una vera pioggia di commenti: “Ho scoperto lo stupore della gente nel vedere un prodotto così vecchio ancora in buono stato tra i rifiuti ritrovati in spiaggia – aggiunge -. Da quel post scaturirono dai lettori tante riflessioni sul problema della plastica, così le mie raccolte sono aumentate sempre di più e ho iniziato a mettere da parte tutti i prodotti vintage di un’età compresa dai trenta ai sessant’anni”. Il lavoro non è stato semplice, molti dei prodotti restituiti dal mare sono ormai fuori commercio da diverso tempo e reperire informazioni a riguardo può rivelarsi un’operazione estremamente macchinosa: “Con il tempo ho imparato a riconoscerli – dice Enzo – grazie ad alcuni dettagli particolari, confrontando le tabelle dei prezzi oppure cercando in rete i collezionisti o le informazioni riguardanti le aziende produttrici. Per esempio, sono riuscito a datare la confenzione di una crema solare grazie a una scritta. Si trattava della dicitura Ige e Dazio, (un tributo plurifase sul valore pieno e si imponeva sui trasferimenti dei beni in tutto il loro valore, e non solamente su quello aggiunto, ndr), studiando ho scoperto che la dicitura è stata eliminata dai prodotti dal 1972, quindi quel flacone doveva essere precedente a quella data”. Negli ultimi tre anni la collezione di Archeoplastica si è estesa in maniera notevole ed è arrivata a contare su oltre 500 reperti databili tra anni ‘60 e ’80

La collezione

Nella collezione, che esclude rifiuti attuali ma comunque numerosissimi come accendini, cannucce e spazzolini da denti, si può trovare davvero di tutto: da un pallone con il marchio dei Mondiali di Italia ‘90, passando per confezioni di gelati a flaconi di detersivi e creme solari. Tra questi c’è un vecchissimo contenitore di gelato vaniglia e cioccolato, la miniball della “Eldorado”, con i colori delle squadre della Serie A, presente sulle tabelle dei gelati della fine degli anni Sessanta e in commercio forse fino a metà anni Settanta. O ancora la confezione di un “Caffé Suerte” della fine degli anni ’60 e una più recente di “Nesquik” risalente nel decennio a cavallo tra gli anni ‘70 e ’80. E poi gli indimenticabili gelati a forma di pipa, il cui involucro poteva poi essere riutilizzato dai bambini per le bolle di sapone, gli stecchini dei ghiaccioli che potevano diventare una sorta di lego e un’infinità di abbronzanti, detergenti e lavastoviglie di ogni epoca. Oggetti che oggi possiamo guardare con nostalgia ma che, oltre a ricordarci il passato, devono soprattutto farci pensare a quanto tempo abbiano resistito nonostante l’erosione del sole e del mare.

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