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Eminem sta tornando prepotentemente di moda in questa torrida estate. Di recente, l’abbiamo ascoltato nella colonna sonora del film Elvis (Baz Luhrmann), con The King & I (feat. CeeLo Green) e proprio in questi giorni esce il suo secondo greatest hits.
Curtain Call 2, così si chiama la raccolta che segue – 17 anni dopo – un primo capitolo piuttosto denso (Curtain Call, 2005), in cui erano contenuti alcuni dei suoi più grandi successi. In attesa di scoprire la nuova tracklist – per il momento top secret – riascoltiamo e ripercorriamo la storia di Stan, uno dei suoi pezzi più amati e anche più impegnati.
Stan, la genesi
Il ritornello di Stan è un campionamento di Thank You, il brano della cantautrice londinese Dido reso famosissimo dal film Sliding Doors (1998), con Gwyneth Paltrow.
L’idea viene in mente al produttore e DJ Mark “The 45 King”, quando vede in televisione il trailer del film e ascolta per la prima volta la voce di Dido. «Stavo facendo i conti, seduto sul letto davanti alla Tv», racconta, «quando ho sentito la canzone. Mi sono detto: “Wow, che figata!” e l’ho registrata direttamente da lì. Poi sono sceso nel seminterrato e l’ho messa in loop, aggiungendo una linea di basso e alcune tracce di batteria».
Mark la fa ascoltare a Eminem, che approva istantaneamente e insieme registrano il tutto, prima ancora di chiedere il consenso alla “campionata”. Dido riceverà soltanto successivamente il demo, accompagnato da una lettera di presentazione e ne rimarrà entusiasta. Nei crediti di Stan compaiono lei e il co-autore Paul Herman, il singolo darà una spinta notevole al suo debutto: No Angel (2000) vende 4 milioni di copie negli Stati Uniti.
Per la scrittura invece pare che il rapper si sia ispirato alla canzone anni ‘80 Fans di Malcolm McLaren. Anche in quel caso una fan accanita scrive una lettera all’artista di cui è innamorata, chiedendogli addirittura di non sposarsi per non farle un torto. McLaren però, invece di un brano pop, campiona un’aria d’opera.
Stan, il significato
In Stan, Eminem racconta la storia di un suo fan che sviluppa una vera e propria ossessione nei suoi confronti. Uno stalker a tutti gli effetti, che comincia con lo scrivergli una lettera, ma non ricevendo risposta rapidamente, si offende e diventa sempre più aggressivo. Fino a quando non decide di uccidersi, buttandosi da un ponte con l’auto e trascinando con sé anche la ragazza da cui aspetta un figlio. Quando Eminem finalmente gli risponde, è troppo tardi: la tragedia è già su tutti i giornali.
Una rappresentazione talmente riuscita che nel 2017 l’Oxford American Dictionary decide di inserire proprio “stan” come voce per definire il “fan eccessivamente zelante o ossessivo di una particolare celebrità”. Rendendolo utilizzabile sia come sostantivo (“he’s a total stan for Beyoncé”) sia come verbo (“when I was a teenager, I stanned Justin Bieber”). Nel dizionario, ovviamente, la canzone viene indicata come origine della parola.
Stan, il video
Dietro al videoclip di Stan ci sono il regista statunitense Phillip Atwell (Ice Cube, 50 Cent, Tupac) e Dr. Dre. Dido interpreta la parte della compagna incinta dello stalker. «Ho indossato questa tuta da gravidanza e ho pensato: “Wow, sto facendo un video con Dr. Dre alla regia”». Nella parte di Stan c’è l’attore Devon Sawa, un vero fan di Eminem, che pare si sia calato perfettamente nella parte: «Ha fatto un ottimo lavoro. Ha recitato con metodo per tutto il tempo. Era così convincente… Quando sembro spaventata, lo sono davvero. In un certo senso ha recitato per entrambi, io non sono un’attrice, ma lui era così reale che non dovevo far altro che reagire».
Sawa ricorda l’esperienza come uno dei picchi della sua carriera «È stata una delle cose più belle che ho fatto. Sono sempre molto orgoglioso di parlare di quel video. L’ha diretto Dr. Dre, che sapeva molto bene cosa stava facendo. Quei tre giorni sul set sono stati tra i più belli che ho trascorso. Ero circondato da grandi artisti, ero consapevole di far parte di qualcosa di importante».
Il video dura più della canzone perché sono stati aggiunti dei dialoghi, ne esiste anche una versione di 8 minuti, arricchita con scene aggiuntive.