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L’opera letteraria di Neil Gaiman più lodata, The Sandman, è l’ultima in ordine di tempo a vedere la luce nella forma di trasposizione in serie. La prima stagione della superba graphic novel fantasy dedicata a Morfeo è dal 5 agosto su Netflix, dopo che altre creazioni dell’autore britannico – da Lucifer a Constantine passando per American Gods – sono state adattate con alterne fortune per il piccolo schermo.
La trama della versione seriale si rifà ai primi capitoli dei comics (staremo vaghi di proposito, ma Gaiman stesso ha dichiarato che la stagione si sviluppa attorno a Preludi e notturni e Casa di Bambola) saltando qua e là da una storia all’altra. L’eponimo Sandman è Morfeo, Signore del Regno dei Sogni, una creatura immortale dall’aspetto lugubre che fa parte degli Eterni, le incarnazioni antropomorfe delle emozioni umani: Sogno (Dream), Distruzione (Destruction), Delirio (Delirium), Disperazione (Despair), Destino (Destiny), Desiderio (Desire) e, naturalmente, Morte (Death). Un grottesco equivoco costringe Dream prigioniero di un essere umano per molti anni, e solo dopo un lunghissimo periodo di isolamento può tornare nel Regno dei Sogni, abbandonato e in rovina, e dedicarsi alla sua ricostruzione, imbattendosi di volta in volta in personaggi memorabili e rievocando incontri del passato.
Quello di The Sandman è uno dei comics più colti, eleganti e dark mai scritti, è veramente fatto della materia di cui sono fatti i sogni, per citare quello Shakespeare che sulle pagine dell’opera di Gaiman prende vita come un personaggio singolare. Gaiman ha affermato di aver trascorso gli ultimi lustri a contrastare i tentativi degli Studios di farne una versione cinematografica o televisiva, memore degli innumerevoli precedenti che costellano la realtà delle trasposizioni dei fumetti. Alla fine ha deciso di affidarsi a David S. Goyer (che ha lo zampino in quasi tutti gli adattamenti di fumetti di Hollywood, da Blade a Il cavaliere oscuro), con il quale ha firmato la sceneggiatura della prima (di dieci) puntate. Il risultato? La versione di Netflix non ha niente da spartire con i flop ispirati ad altre pietre miliari del fumetto e dell’animazione come Death Note o Cowboy Bebop, e per questo siamo grati. L’adattamento riesce a riprodurre l’atmosfera impalpabile del fumetto e Tom Sturridge nei panni dello spettrale Morfeo è incredibilmente simile al suo corrispettivo cartaceo.