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La ricarica in autostrada è fondamentale per semplificare i viaggi delle auto elettriche. In Italia, come sappiamo, da questo punto di vista c’è un forte ritardo. Attualmente c’è Free to X che sta lavorando alla realizzazione di un’infrastruttura presso alcune aree di servizio. Un lavoro molto importante ma che non basta per colmare rapidamente il ritardo accumulato.
Ma sul tema della ricarica in autostrada c’è, finalmente, una buona notizia. Infatti, con una delibera del 4 agosto 2022, l’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) ha approvato le misure per la “definizione degli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali per gli affidamenti in subconcessione dei servizi di ricarica dei veicoli elettrici“.
In sintesi, dopo una lunga attesa, sono state definite le regole per i bandi. Adesso bisogna far partire le gare per poi arrivare all’installazione vera e propria delle infrastrutture. L’Autorità evidenzia che quanto deciso in questa nuova delibera fa parte del più ampio procedimento di definizione degli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali per l’affidamento dei servizi erogati sulla rete autostradale, tra i quali rientrano quelli di distribuzione di carbolubrificanti e quelli relativi alle attività commerciali e di ristorazione, il cui termine di conclusione è fissato al 28 ottobre 2022.
L’Autorità di regolazione dei trasporti sottolinea che l’approvazione delle misure in questione segna un deciso passo avanti nella dotazione di infrastrutture di ricarica elettrica sulla rete autostradale italiana, coerentemente con gli obiettivi di transizione ecologica previsti dal piano europeo Next generation EU.
La decisione dell’Autorità definisce un quadro regolatorio che è anche coerente con la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, approvata dal Parlamento in via definitiva il 2 agosto. Gli schemi dei bandi di gara dei concessionari autostradali dovranno garantire il perseguimento dell’interesse pubblico correlato alla valorizzazione dell’infrastruttura autostradale, incentivare la concorrenza, rispettare i principi di trasparenza, equità, non discriminazione, ragionevolezza e proporzionalità, contenere i costi per gli utenti, le imprese e i consumatori. Le misure ART prescrivono, inoltre, l’adozione da parte dei concessionari di vari indicatori di qualità, tra cui l’accessibilità e l’assistenza per i passeggeri a mobilità ridotta (PMR) ed in generale il livello di soddisfazione degli utenti riguardo al funzionamento dei punti di ricarica.
ADESSO SERVONO LE GARE
Questa novità dovrebbe permettere di accelerare finalmente la creazione di un’infrastruttura di ricarica in autostrada. Curiosando all’interno della delibera, si può leggere che nelle aree di servizio dovranno essere presenti almeno due CPO (charging point operator). Comunque, in sede di prima attuazione, il concessionario autostradale dovrà garantire la presenza di un CPO per ogni area interessata, effettuando gli ulteriori affidamenti entro cinque anni. Sono previste deroghe in caso ci siano difficoltà di natura tecnica nel poter avere due CPO all’interno della stessa area di servizio.
Inoltre, i punti di ricarica dovranno essere da almeno 100 kW. In ogni caso, la potenza deve essere adeguata al “prevedibile sviluppo delle capacità di ricarica dei veicoli nell’orizzonte temporale dell’affidamento” (5-12 anni). Le colonnine devono poi essere sempre accessibili, 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. I prezzi per la ricarica dovranno essere ben segnalati e si potrà pagare anche attraverso “strumenti che consentano il pagamento immediato, senza registrazione preventiva e senza dover stipulare contratti“. In pratica, si potrà pagare la ricarica anche utilizzando solo il bancomat o la carta di credito.