giovedì, Febbraio 6, 2025

Nope è il film di tensione dell’estate 2022

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Lo strano “accidente dal cielo” che ha causato la morte del capofamiglia mette i due figli davanti alla realtà: da una parte, la volontà di indagare sulla minaccia aliena che si fa sempre più presente proprio sulle loro radure, dall’altra, la spinta a sfruttare il fenomeno, sulla linea di un cinema che si scontra con la modernità. I due poli sono incarnati dai fratelli: OJ (cioè, Otis Junior), giovane che sembra appartenere al passato e che pensa di poter addomesticare l’Ufo proprio come fa con i cavalli. Dall’altra, Em, che vuole realizzare un filmato perfetto per sfondare in televisione e «per Oprah (Winfrey, ndr)». 

Un altro tema è la riflessione sul cinema, decisamente complessa. Oltre alla critica sul razzismo tuttora presente anche in un mondo che gli afroamericani hanno contribuito a creare, Nope è una lezione di meta-cinema, a partire dai vari omaggi sopracitati, fino alla “vecchia scuola”, incarnata dal regista Antlers Holst (Michael Wincott) ingaggiato da Em, deciso a filmare il minaccioso disco volante (simile a un occhio aspirante) su pellicola, dal momento che l’UFO inibisce l’elettricità e quindi manda in tilt qualsiasi videocamera, nonostante gli interventi di Angel Torres (Brandon Pere), commesso di una catena di elettronica, coinvolto nel progetto dei due fratelli.

Non per niente, la pellicola si apre con una citazione biblica, presa dal Libro di Naum – Distruzione della Città di Ninive: «Guai alla città sanguinaria, piena di menzogna e di violenza, che non cessa di depredare! Si ode rumore di fruste, frastuono di ruote, galoppo di cavalli, sobbalzare di carri. Abbondano i feriti, si ammucchiano i morti, sono infiniti i corpi, si inciampa nei cadaveri. Questo a causa delle tante fornicazioni dell’avvenente prostituta, dell’abile incantatrice, che vendeva le Nazioni con le sue fornicazioni e i popoli con i suoi incantesimi. “Eccomi a te – disse il Signore – io alzerò i lembi della tua veste fin sulla faccia e ti getterò addosso le immondizie, ti umilierò e ti esporrò allo scherno”», in cui la meretrice responsabile della distruzione della città è senza dubbio Hollywood.

Il tema del cinema comprende infatti anche la critica alla voglia di successo, da perseguire a qualunque costo, ben rappresentata da Ricky “Jupe” Park (Steven Yeun), proprietario del parco dei divertimenti Jupiter’s Claim, ex star della televisione per il suo ruolo da bambino nella sitcom Gordy’s Home. Ricky è l’unico sopravvissuto a un tragico incidente sul set della sit-com, quando la scimmia Gordy era impazzita e aveva trucidato tutti gli attori, tranne il piccolo Jupe. Divenuto adulto e incapace di apprendere la lezione suggerita dal passato – forse gli animali non sono davvero del tutto addomesticabili dall’uomo? – Ricky “Jupe” Park cerca di ritrovare il successo sfruttando il disco volante che si nasconde dietro la nuvola sulle colline. 
Un sogno americano molto rischioso, come viene detto nel film: «Ma il sogno in cui alla fine arrivi in cima alla montagna, è quello da cui poi non ti risvegli più».  

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