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Un ex dipendente di Twitter è stato condannato per aver passato informazioni sugli utenti della piattaforma alle autorità dell’Arabia Saudita; gli account presi di mira appartengono a dissidenti e critici del regime saudita, uno dei più brutali al mondo nella repressione delle voci critiche. Ahmad Abouammo è un cittadino statunitense residente in Egitto. Il suo processo è stato seguito dalla corte di San Francisco, è durato circa due settimane ed è culminato con le accuse di spionaggio per conto del regno saudita, riciclaggio di denaro, frode telematica e falsificazione di documenti. Il verdetto è stato raggiunto nella giornata di martedì.
La storia di Abouammo
Abouammo ha iniziato a lavorare per Twitter nel 2013 nel comparto media partnership per il Medio Oriente e il Nord Africa. Ha ricoperto il ruolo fino al 2015, ed è stato arrestato nel 2019. Per via del suo lavoro ha sviluppato relazioni significative con personaggi in vista in vari paesi della regione. Qui sta uno dei punti di frizione tra gli avvocati della difesa e l’accusa: i primi sostenevano che Abouammo stesse semplicemente svolgendo un lavoro di pubbliche relazioni per la sua mansione, mentre la controparte ha visto questi suoi sforzi come una prova del suo ruolo di spia. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe ricevuto centinaia di migliaia di dollari e un orologio di lusso in regalo da parte di un uomo molto vicino al principe saudita Mohammed bin Salam, e i regali sarebbero stati una ricompensa proprio per aver fornito informazioni personali riguardo ai dissidenti del regime. Uno degli account le cui informazioni sarebbero state rivelate alle autorità è chiamato The Mujtahidd, ha più di due milioni di follower ed è fortemente critico del regime saudita. Abouammo avrebbe più volte acceduto alle informazioni personali dietro l’account — lui asserisce che fosse un’attività integrale al suo lavoro — ma secondo gli avvocati non vi è nessuna prova che l’accesso a queste informazioni sia stato seguito da una comunicazione con esponenti del regime.
La difesa sostiene che il processo contro Abouammo sia stato messo in piedi per distogliere l’attenzione dalla leggerezza con cui Twitter ha gestito i dati personali degli utenti nella regione, specialmente di quelli politicamente esposti. Un collega di Abouammo, Ali Alzabarah è stato incriminato per aver partecipato al medesimo schema di spionaggio, ma è riuscito a fuggire prima di dover affrontare il processo; a lui sono stati imputati molti capi d’accusa dai quali Abouammo è stato invece assolto.
Il contesto politico
Il verdetto è arrivato dopo poche settimane dalla prima visita ufficiale di Joe Biden in Arabia Saudita da presidente, durante la quale Biden si è incontrato con Mohammed bin Salam tra numerose polemiche. In particolare è noto che Biden, dopo l’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, di cui il principe saudita è fortemente sospettato di essere il mandante, aveva definito il regno una nazione “paria” per via del suo approccio ai diritti umani. La visita di luglio, secondo Biden, aveva come obiettivo quello di “riorientare” e non distruggere le relazioni diplomatiche tra i due paesi.