venerdì, Giugno 9, 2023

Carl Brave sa cosa vuole

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Non è né la prima, né l’ultima volta che durante la nostra chiacchierata parliamo dei vari “umori” dei brani. Anche quando cerco di indagare su cosa voglia dire per lui far fittare dei brani tra di loro, torniamo a parlare del loro mood. Del resto nell’epoca delle playlist di Spotify “per quando sei depresso”, “per quando sprizzi di felicità”, è sicuramente più facile pensare per stati d’animo che per album o per generi: «Sono uno che cambia idea molto spesso, a settimane alterne mi convinco di voler fare dischi che abbiano un indirizzo preciso, poi mi rendo conto che è un errore. Qualche mese fa, per esempio, volevo mettere nel disco alcuni pezzi tristissimi, ma proprio grevi. Ho dovuto farli ascoltare ad altre persone prima di capire che forse stavo esagerando. Poi è arrivata l’estate, come ogni anno sono tutto contento e ai pezzi grevi manco ci penso più. Poi chi lo sa, magari a settembre, con le prime piogge, ci ripenso di nuovo. Per me è difficilissimo cercare di trascendere dal mio umore».

Proprio sull’umore agisce la hit estiva perfetta. Mette insieme spensieratezza e un refrain quasi martellante, che ti porta da giugno ad agosto a cantare ossessivamente lo stesso ritornello e, negli anni dopo, a riportarti immediatamente a quelle sensazioni estive non appena senti quelle note. Così, prima di farmi svelare il segreto di una perfetta hit dell’estate, chiedo a Carl quale sia il brano che lo riconduce alle estati migliori della sua vita: «Se penso all’estate, penso ai CD masterizzati che compravo delle compilation del Festivalbar. Quei CD rossi e blu contenevano solo hit. Ma se dovessi pensare a un brano in particolare, forse quello è il remix di Abbronzatissima di Brusco (Sotto i raggi del sole, 2002). Mi sono sempre piaciute le hit estive, perché sono dei pezzi che parlano specificatamente di un periodo. Brani in cui è facile riconoscersi, un po’ spensierati, senza fronzoli e troppe difficoltà. Pezzi che ti vivi bene, in scioltezza».

Ma quindi, esiste una formula perfetta per creare uno di questi pezzi che sono allo stesso tempo stagionali e immortali? «Io solitamente scrivo una hit estiva partendo da un giretto di chitarra happy, uno di quei giri che ti dà la sensazione di essere già in estate. In generale funziona che quando creo lo so già prima cosa andrò a fare, mi ci metto a tavolino. Poi, oltre a essere spensierata, per me una hit estiva deve essere anche un po’ nostalgica e deve seguire degli schemi e delle strutture specifiche. Deve andare in radio, deve andare forte su Spotify, non può durare troppo, perché dev’essere fresca e non ti deve rompere il cazzo. Anche la struttura dev’essere molto rigida: intro, strofa, preritornello, strofa, preritornello, ritornello, special e ritornello. Però ecco, se prendo Hula Hoop, posso già dire di avere infranto la maggior parte di queste regole. Con Noemi abbiamo deciso di creare questa specie di dialogo tra di noi, nel brano si salta da un timbro vocale all’altro in continuazione. Questo aiuta a renderlo leggero, a mantenere l’attenzione sempre viva, con l’obiettivo di regalare un po’ di spensieratezza. Quest’anno poi in particolare sono stati in molti a cimentarsi con la hit estiva. Però, secondo me, un sacco di questi brani sono solo hit, non estive, perché manca la solarità dell’estate. In una hit estiva devi sentire il profumo del mare, la sabbia sotto la maglietta».

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