giovedì, Giugno 8, 2023

La storia dell'uomo che ha letto tutti i fumetti della Marvel

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Gli appassionati del mondo Marvel stanno iniziando a dare segni di cedimento: nel corso di 14 anni il Marvel Cinematic Universe ha sfornato trenta film per non parlare di innumerevoli serie tv per un totale approssimativo di circa 70 ore di visione. Con gli annunci recenti si prospetta un’espansione ancora più consistente nei prossimi anni e la Marvel fatigue è qualcosa che vediamo all’orizzonte. Ma nulla comunque a che vedere con la controparte fumettista, ovvero ciò da cui tutto ha preso origine. Si calcola infatti che dagli albori siano stati pubblicati ben oltre 27mila fumetti, con nuovi numeri che escono ogni settimana. Ovviamente è nella natura stessa dei fumetti non prevedere una lettura integrale di qualsiasi pubblicazione, né è sempre necessario conoscere ciò che è stato raccontato anni addietro. Eppure c’è chi ha accettato la sfida.

Lo storico dei fumetti Douglas Wolk, infatti, si è imbarcato nell’impresa titanica di leggere tutto ciò che la Casa delle meraviglie ha mandato in stampa fin dal 1961, l’anno in cui vennero lanciati i Fantastici 4 di Stan Lee e il brand Marvel si consolidò e prese il sopravvento sui predecessori Timely Comics e Atlas Comics. Il percorso di Wolk, così come lo racconta Screen Crush, parte proprio da lì e culmina a sua volta nella pubblicazione di un libro intitolato All of the Marvels: A Journey to the Ends of the Biggest Story Ever Told. Da studioso che aveva già pubblicato diversi volumi sul tema, sapeva in qualche modo a cosa sarebbe andato incontro ma, a livello di appassionato di quelle stesse storie, questa lettura intensiva è stata sia educativa sia in qualche modo rivelatrice.

Lo stesso suo libro, infatti, funge sia come una ricchissima panoramica sulla macrostoria Marvel, un’impresa editoriale e culturale che, attraverso diverse fasi di splendore e crisi, ha in qualche modo contribuito a modellare l’immaginario pop e non solo a livello mondiale; ma è anche una microanalisi delle stramberie più insolite di questo universo narrativo in continua espansione, spesso anche prendendo tangenti piuttosto incongruenti. Quello che Wok ha capito da questa impresa titanica, a ogni modo, è che non è necessario leggere tutto in un ordine prestabilito: “Quando t’imbatti in tre scialbe storie di Ant-Man una dietro l’altra, o in una storia non così avvincente della Torcia umana, potresti impantanarti facendoti passare la voglia di continuare”, avvisa lui: “Ma il punto di leggere i fumetti è proprio il piacere, il divertimento e la gioia. Non sono compiti per casa, non è un regime prestabilito”.

Meglio cercare i personaggi, i filoni o le saghe che più ci appassionano e seguirle. Lui l’ha capito comunque a sue spese, dopo aver letto tutto in ordine cronologico dal 1961 a Marvel Legacy #1, considerato un po’ il punto di svolta. Resta tra l’altro il tema di come recuperare tutti i numeri usciti nel corso della storia, un’impresa dispendiosa a livello sia di tempo sia di risorse. Per fortuna oggi esistono strumenti come Marvel Unlimited che permettono di accedere a qualsiasi fumetto grazie a uno sterminato archivio digitale. Wolk avverte però che spesso in queste versioni virtuali mancano degli apparati, come rubriche o editoriali, che rendevano uniche quelle pubblicazioni, e in alcuni numeri alcuni coloro sono stati riadattati digitalmente allontanandosi dagli intenti degli autori originali: “Ma anche se leggi la storia su uno schermo e mancano gli apparati, alla fine ottieni comunque la storia”, dice lui: “Avere accesso al cuore di tutto ciò, le storie, davvero supera ogni altra limitazione o perdita”.

Marvel la storia dell'uomo che ha letto tutti i fumetti della casa editrice

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A proposito di perdite, ci sono anche fumetti che sono andati perduti praticamente per sempre, nonostante i tanti tentativi di digitalizzazione. Spesso, spiega Wolk, si trattava di numeri fuori collana, in edizione limitata o creati appositamente per alcune aziende (come dei Fantastici 4 creati appositamente per i supermercati Target o un Iron-Man pensato per un’azienda di droni). Ma le pubblicazioni non cambiavano solo per ragioni commerciali, ma anche per influenze di varia natura: Wolk, per esempio, ha notato come fino alla fine degli anni Settanta Marvel pubblicasse anche serie romantiche come Millie the Model e Patsy Walker, poi esauritesi naturalmente ma in qualche modo assorbite, nei temi e nello stile, dai titoli supereroistici. La dimostrazione è la trasformazione in quegli anni di Peter Parker in Amazing Spider-Man che da scienziato sfigatello diventa un ragazzotto prestante.

In questo percorso potenzialmente infinito, Wolk ha scoperto altre cose interessanti: che nessun fumetto è completamente inutile, nemmeno titoli come NFL SuperPro, dedicato a un ex campione di football che si trasforma in supereroe; o che ci sono personaggi ritenuti minori, come Linda Carter alias Night Nurse (l’infermiera dei supereroi a cui è ispirata anche la Claire Temple di Rosario Dawson nelle serie Daredevil & co.), che sono invece un collante molto più forte di tanti nomi blasonati. Per lo storico, poi, la full immersion Marvel è stata l’occasione di scoprire moltissime altre cose, come per esempio l’influenza che i vari momenti storici hanno avuto sulla scrittura stessa delle storie fumettistiche: “Una delle cose che mi è piaciuto di più scoprire è quanto la scienza e il sapere fossero dei motori fondamentali per le storie Marvel. Spesso conducevano in luoghi oscuri ma l’idea di esplorare l’ignoto dice molto di come la cultura e il mondo sono cambiati negli ultimi 60 anni”. 

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