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Londra – Non poteva che iniziare con un gigantesco drago che vola sopra Approdo del re House of the Dragon, l’attesissima serie prequel di Game of Thrones che arriva dal 22 agosto in esclusiva in Italia su Sky e Now tv, in contemporanea assoluta con Hbo. Un ritorno, quello nelle terre di Westeros, che molti aspettavano davvero con trepidazione e un pizzico di apprensione, dopo che la stagione finale della serie madre, Game of Thrones, aveva lasciato con parecchio amaro in bocca. “Ho guardato la serie originale tutta insieme e mi sono proprio reso conto di quanto sia difficile chiudere queste storie“, racconta a Wired Paddy Considine, l’attore che interpreta il personaggio cruciale di re Viserys, a Londra assieme al resto del cast per l’anteprima europea: “Guardando indietro è vero che qualcosa è stato fatto in modo affrettato, senza la guida dei libri, ma questa nuova serie ovunque lo stampo di George R.R. Martin, quindi i fan penso saranno contenti“.
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Gli antefatti sui Targaryen
In effetti già dal primo episodio House of The Dragon si impone come la degna erede della serie madre, al contempo però cercando di affrancarsi da un confronto troppo stringente. Ovviamente le atmosfere, le ambientazioni e i punti di riferimenti sono quelli, ma in un modo che riesce anche a essere inedito, forse più consapevole. Proprio di eredità parla la storia stessa, collocata 172 anni prima della nascita di quella Daenerys madre dei draghi che tutti conosciamo: re Viserys, all’apice del potere della casata dei Targaryen, siede sul Trono di spade ma non ha ancora un erede maschio. Quando un’immane tragedia lo colpisce in questo senso, la sua ossessione per la discendenza lo porta a una decisione inenarrabile – rappresentata sullo schermo con particolare mostruosa sofferenza, in puro stile Westeros – e si trova dilaniato dal dubbio: designare come suo successore il sadico e imprevedibile fratello Daemon o la propria primogenita Rhaenyra, che è una giovane donna?
“Viserys non è pronto per il compito che gli spetta e in qualche modo sottovaluta la situazione, perché viene da un così lungo periodo di pace che non si aspetta che lo status quo venga meno – racconta ancora Considine -. Però già dall’inizio è costretto a prendere un decisione che segnerà il resto della sua vita“. Com’è tipico nelle storie di Martin, anche questo re è messo di fronte a scelte che devono soppesare da una parte le sue manie e le sue fragilità e dall’altra il peso morale del suo ruolo. Lo stesso si può dire di Daemon, interpretato da Matt Smith, ormai abituato alle grandi saghe fantasy come Doctor Who ma anche alle stirpi reali come in The Crown (dove ha vestito i panni del principe Filippo). “Credo che Daemon faccio solo ciò che pensa sia giusto secondo lui, secondo il suo codice morale che è particolare, personalissimo – dice l’attore a Wired -. Parte della frustrazione che ha col fratello è che lui è fedele alla sua famiglia, all’essere dei Targaryen, quindi non tollera quando Viserys lo tratta pensando da re, vorrebbe solo essere trattato come un fratello”.