martedì, Settembre 26, 2023

Stiamo iniziando a capire cos'è successo alla stella Betelgeuse

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La supergigante rossa Betelgeuse, la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione nonché la decima più brillante in assoluto nel cielo notturno, sembra stia lentamente riprendendo brillantezza dopo una grande eruzione che ne ha stravolto gli equilibri, determinando una progressiva perdita di luminosità. Un evento astronomico macroscopico che abbiamo osservato da Terra nel 2019, accaduto in realtà circa 642 anni prima (dato che 642 è la distanza in anni luce di Betelgeuse da noi).

Ora i dati del telescopio spaziale Hubble mostrano un parziale recupero, che lascia intendere che i recenti avvenimenti non siano indicatori della “morte” imminente della stella. Eventi di questo genere sono di grande interesse per la comunità scientifica, che sta cercando di ricostruire l’accaduto e mettere in ordine i pezzi di un puzzle quantomai complesso.

Un’eruzione degna di una supergigante

L’evento che ha interessato la stella Betelgeuse (giornalisticamente definito una ferita) è stato provocato da un’esplosione avvenuta – agli occhi terrestri – tre anni fa. La causa non è ancora del tutto chiara, ma probabilmente il fenomeno è stato indotto da un pennacchio convettivo largo oltre un milione di chilometri. Una dimensione enorme, anche se relativamente piccola rispetto alla stella nel suo complesso, che ha un raggio di 617 milioni di chilometri. In termini divulgativi, il fenomeno è stato descritto come analogo all’esplosione di una bolla in un pentolone.

Questo evento catastrofico ha determinato una frattura nella struttura di Betelgeuse, con la dispersione nello spazio di una massa 400 miliardi di volte maggiore a quella tipicamente emessa dopo un brillamento solare. Come riportato nello studio pubblicato sulla rivista scientifica The Astrophysical Journal e condotto dal centro statunitense per l’astrofisica Harvard-Smithsonian, anche gli studiosi impegnati nell’osservazione e nell’analisi della stella faticano a spiegare l’accaduto e specificano che è la prima volta che si verifica un fatto simile, denominato surface mass ejection (espulsione di massa superficiale). Pure la stessa Nasa ha dichiarato che nella propria storia di osservazione spaziale non era mai accaduto che una stella espellesse una porzione così gigantesca della propria superficie visibile.

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