martedì, Marzo 19, 2024

Caro carburanti, ecco quanto incide il pieno sul reddito degli italiani | Confronto EU

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In Grecia la spesa annua per fare il pieno all’auto erode mediamente oltre il 13% del reddito, ed è la quota maggiore tra i 15 Paesi europei presi in esame da un’indagine di confused.com. Gli automobilisti greci sono di gran lunga i più vessati, mentre al contrario i lussemburghesi sono quelli che temono meno le soste alle stazioni di servizio, che impattano per neanche il 4% del reddito medio annuo.

Del resto la differenza tra lo sfortunato timoniere e il beato fanalino di coda sta principalmente lì: secondo i dati Eurostat sui redditi utilizzati da confused.com, il cittadino “tipo” greco guadagna in media 8.781 euro in un anno, mentre il reddito medio in Lussemburgo si attesta a 37.844 euro, rispettivamente il più basso e il più alto dei 15 Paesi esaminati. Una differenza sufficiente a far passare in secondo piano il prezzo del carburante a inizio luglio, periodo in cui sono stati raccolti i dati: 2,40 euro al litro in Grecia, 1,90 euro al litro in Lussemburgo.

E l’Italia? In mezzo alla classifica, proprio davanti a Francia, Germania e Spagna dove il caro carburanti ha un impatto minore sul reddito medio: siamo settimi, con un consumo annuo stimato di 573 litri che per i 2,10 euro al litro misurati a inizio luglio (e ricordiamo che il taglio delle accise è stato prorogato al 20 settembre almeno) fanno 1.204 euro l’anno, cioè il 6,67% del reddito medio di un italiano (18.067 euro per l’Eurostat).

Sulle fonti utilizzate c’è poco da dire: oltre i dati Eurostat, per il consumo medio delle automobili sono stati utilizzati i dati dell’ICCT sui veicoli immatricolati nel 2019 (e del resto era impossibile stimare il consumo medio del parco vetture attualmente circolante) e per la percorrenza media annuale dati della Commissione europea. In Francia e Germania è necessaria una spesa maggiore per il carburante per via di percorrenze medie annue superiori, ma l’impatto percentuale sul reddito è inferiore per le maggiori retribuzioni medie.

Curioso invece il caso della Spagna, dove il costo del carburante al momento della “fotografia” era pressoché identico a quello italiano (2,11 euro al litro) e il parco veicoli mediamente meno efficiente (5,35 litri ogni 100 km contro 5,14 litri), ma la percorrenza media annuale decisamente inferiore (7.701 contro 11.168 km) ha fatto sì che gli iberici stessero dietro non solo all’Italia ma anche a Francia e Germania, malgrado il reddito medio più basso (poco più di 16.000 euro l’anno).

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