Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
A poco meno di un mese dalle elezioni politiche che si terranno il 25 settembre, per la prima volta in autunno a causa dello scioglimento anticipato delle Camere lo scorso luglio, le maggiori forze politiche italiane hanno cominciato a pubblicare i loro programmi elettorali.
Un solo mese di campagna elettorale è un tempo limitato e questo ha sicuramente pregiudicato la scrittura delle intenzioni dei partiti, riassunte in programmi molto generali e che probabilmente saranno integrati nelle prossime settimane. Al momento, per esempio, mancano inoltre le proposte provenienti da singoli partiti come Forza Italia e Fratelli d’Italia, per ora all’interno del programma di coalizione di centrodestra.
Temi presenti in tutti i programmi politici, con maggiore o minore peso, sono il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale, il lavoro, l’immigrazione, la giustizia, i diritti e la tassazione fiscale. A differenza dell’ambiente e del clima, che assumono uno status di importanza maggiore nei programmi, poca rilevanza invece è stata data alle sempre maggiori implicazioni derivanti dall’impiego di intelligenze artificiali, della sorveglianza digitale e in generale al macro tema della tecnologia nei vari settori della società.
- Partito democratico
- Possibile
- Unione popolare
- Movimento 5 Stelle
- Lega
- Coalizione di destra
- +Europa
- Italia Viva-Azione
- Verdi-Sinistra italiana
Partito democratico
Il Piano Italia 2027 che propone il partito di Letta è impostato su tre pilastri che comprendono anche il tema diritti e cittadinanza. In un paragrafo il Pd snocciola alcune questioni dirimenti nel dibattito europeo sulla tecnologia e sulle intelligenze artificiali: si parla di “diritto delle persone a esprimersi liberamente in uno spazio digitale sicuro”, e di una garanzia di trasparenza e pieno controllo sui dati e su ciò che gli utenti postano sulle piattaforme online.
Nonostante l’introduzione di una moratoria contro l’installazione di videocamere dotate di riconoscimento facciale da parte dei Comuni, in scadenza nel dicembre 2023, il Pd si limita a definire un impegno generico contro l’abuso di intelligenze artificiali e big data, per il divieto di tracciamento e riconoscimento biometrico dei cittadini in luoghi pubblici nonché di sistemi di scoring basati su dati personali. Più chiara anche se comunque poco concreta è la posizione del partito per quanto riguarda i lavoratori della gig economy, che nel programma elettorale è definita dalla necessità di anticipare la normativa europea assicurando la trasparenza degli algoritmi utilizzati in questo settore lavorativo, e di responsabilizzare le piattaforme nella definizione di un rapporto di lavoro dipendente, benché il ministero del Lavoro abbia fatto poco per l’avanzamento di questi diritti nei mesi in cui alla guida c’è stato il dem Andrea Orlando. Il Pd è poi l’unico partito che propone l’utilizzo della “moderna” tecnologia blockchain, ma non precisa esattamente gli usi.
Il partito, che si candida nella lista Alleanza Verdi e Sinistra, è stato fondato nel 2015 da Giuseppe Civati e pubblica un programma di 85 pagine con il quale si distacca dagli altri partiti nell’approccio al tema tecnologico. Cybersecurity, privacy, sorveglianza e protezione dei dati sono discussi in ambito lavorativo ma anche scolastico, con un riferimento chiaro alla didattica a distanza. Nel programma sono presenti anche il tema dell’anonimato online, come “diritto da tutelare contro ogni possibile autoritarismo”, del capitalismo della sorveglianza (con conseguente profilazione dei cittadini), dell’impatto delle piattaforme digitali proprietarie e dell’uso di software libero e open source soprattutto nel settore pubblico. In linea con il Partito democratico, Possibile mette sul piatto anche la lotta alla sorveglianza di massa e alla videosorveglianza biometrica, di cui chiede il divieto in tutta Europa. Nel programma si cita anche la promozione della trasparenza del governo attraverso l’uso di open data, e la tutela dei whistleblower.