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L’industria 4.0 è ormai stabilmente al centro della trasformazione economica in Italia e nel mondo. Nel 2016 l’allora governo guidato da Matteo Renzi varò un piano governativo ad hoc pensato per agevolare gli investimenti nella digitalizzazione delle aziende, che nel tempo ha subito evoluzione e revisioni, da Piano Industria 4.0 a Piano Impresa 4.0 fino a Transizione 4.0.
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Durante la pandemia l’importanza di avere imprese capaci di operare anche digitalmente si è rivelata fondamentale. Industria 4.0 è un’etichetta che ha preso piede a partire da un programma del governo tedesco per ammodernare il sistema produttivo del paese ed è diventata sinonimo di una trasformazione delle imprese che premi l’automazione, l’uso di big data e intelligenza artificiale per manutenzione preventiva e ottimizzazione della produzione, ambienti di lavoro digitali, realtà virtuale applicata, per esempio, alla formazione e impiego delle reti 5G per connettere gli impianti. Se l’immagine più diretta è quella di una fabbrica completamente automatizzata, l’industria 4.0 si traduce in varie applicazioni, dall’artigianato ai servizi. Vediamo come (e se) il tema è affrontato nei programmi elettorali dei partiti in corsa per le elezioni del 25 settembre.
- Centrodestra
- Lega
- Partito democratico
- Italia Viva e Azione
- Movimento 5 Stelle
- Verdi e Sinistra Italiana
- Più Europa
- Possibile
- Unione Popolare
Centrodestra (Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega)
Il programma congiunto del centrodestra non fa riferimento esplicito al tema. Si parla di “potenziamento e sviluppo delle infrastrutture digitali ed estensione della banda ultralarga in tutta Italia” nel capitolo 2, dedicato alle infrastrutture strategiche, e dell’incentivazione dei corsi universitari per le professioni Stem nel capitolo 14, dedicato a scuola, università e ricerca, che sono misure che vanno a intaccare indirettamente lo sviluppo di un’industria 4.0, ma non c’è nulla di più.
Il programma individuale del partito guidato da Matteo Salvini dedica più spazio al tema. Nel capitolo dedicato alle attività produttive, si parla di investimenti in nuove tecnologie, come reti di comunicazione a banda larga (broadband), ultralarga (ultra broadband) o basate su reti satellitari, e in nuovi modelli di vendita come l’ecommerce, oltre a una formazione qualificata in tecnologie digitali.
Più avanti nel testo, tra le proposte pensate specificatamente per l’industria 4.0, si parla di ammortamenti dei costi in nuovi macchinari di processi produttivi che realizzano i componenti principali di un impianto alimentato a fonti rinnovabili, e dell’agevolazione della modernizzazione dei processi produttivi, consentendo, per esempio, la sostituzione gratuita di vecchi macchinari non più a norma con macchinari di dieci anni in meno. Si parla infine di riformare gli istituti professionali e renderli scuole di alta specializzazione, in modo da fornire agli studenti le competenze necessarie per lavorare nell’industria nel futuro. Non sono fornite specifiche cifre sugli investimenti o sugli obiettivi da perseguire.
Partito democratico (Pd)
Piuttosto vaghe e minoritarie le proposte del Pd. Il programma elettorale del partito guidato da Enrico Letta si limita a parlare di favorire la transizione 4.0 “in uno scenario che coniughi innovazione, concorrenza e sostenibilità”. Si parla poi in maniera più estesa della digitalizzazione, di infrastruttura, mobilità, fisco, etichettatura dei prodotti e altri, e si parla di inserire la cosiddetta “digital literacy” nelle scuole, misure che andrebbero a supportare indirettamente lo sviluppo dell’industria 4.0.
Italia Viva e Azione
Leggermente più elaborate invece le proposte presenti nel programma congiunto dei partiti guidati, rispettivamente, da Matteo Renzi e Carlo Calenda, che già nella premessa del programma rivendicano l’attenzione posta sul tema quando erano al governo insieme. Il piano Industria 4.0, definito “la principale iniziativa di politica industriale degli ultimi 30 anni”, venne infatti introdotto nel 2016, quando a capo del governo c’era Renzi e a capo del ministero dello Sviluppo Economico c’era Calenda. Il programma elettorale si concentra quindi sul potenziamento e ampliamento di tale strumento.