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Torna Nadal
Lo avevamo lasciato a Wimbledon, costretto al ritiro prima della semifinale per una lesione ai muscoli addominali. Un KO che ha impedito a Rafa Nadal di andare a caccia del Grande Slam, dopo le vittorie in Australia e a Parigi. Niente da fare, ma lo spagnolo, vincitore di quattro edizioni sul cemento americano (2010, 2013, 2017 e 2019), torna per puntare alla vittoria, dopo aver fatto le prove generali al suo rientro a Cincinnati, dove però è malamente uscito già al secondo turno contro Coric. Nella stessa parte di tabellone c’è anche Alcaraz, figlioccio del maiorchino e desideroso di rilevarne il pesantissimo testimone. Nadal dovrà fare i conti anche con una situazione psicologica non facile: la moglie Xisca, incinta, è stata ricoverata in una clinica di Palma di Maiorca per una complicanza, e il tennista scenderà in campo con un pensiero fisso in più. Sembrano macchine, ma sono uomini, e anche questo potrebbe fare la differenza.
Medvedev e i russi
A New York torneranno gli atleti russi e bielorussi, esclusi (non senza polemiche) a Wimbledon. A capitanare la pattuglia Medvedev (in lista anche Rublev, Khachanov, Karatsev e Ivanshka), campione in carica e ancora numero uno al mondo. Un primato dovuto al fatto che a Wimbledon non sono stati assegnati i punti per la classifica ATP. Lo stato di forma non è ottimale, al Roland Garros è uscito agli ottavi e in finale al Libéma Open è stato sconfitto in finale dal numero 205 al mondo. Ma la magia di New York potrebbe fare miracoli, come è capitato lo scorso anno quando in finale ha battuto Djokovic in tre set, interrompendo la corsa del serbo verso il Grande Slam.
Incognita Kyrgios
Questione di carattere, non certo di braccio. Perché la classe e il talento non mancano al tennista australiano, che trova l’ostacolo maggiore in se stesso, con un carattere fumantino che spesso gli fa compiere gesti eclatanti ai limiti dell’autolesionismo. Quest’anno è arrivato in finale a Wimbledon (grazie al ritiro di Nadal) perdendo poi contro il re dell’erba Djokovic, ma poi si è rifatto vincendo a Washington sia il torneo di singolare che quello di doppio, e tanto basta per considerarlo la possibile scheggia impazzita in grado di regalare sorprese.
Record di italiani, Sinner e Berrettini le stelle
Quella che sta per iniziare è un’edizione record per i colori azzurri, con cinque tennisti nel tabellone principale (Sinner, Berrettini, Sonego, Musetti e Fognini). Jannik Sinner si presenta come numero uno degli italiani, dopo che in stagione è arrivato ai quarti negli Slam sia in Australia che a Wimbledon, fresco vincitore a Umago su Alcaraz. Per Berrettini, invece, c’è voglia di rivincita, dopo essere stato costretto a saltare Wimbledon a causa del Covid, lui che si presentava sull’erba dopo aver sbancato Stoccarda e il Queen’s. A inizio anno la semifinale in Australia aveva fatto ben sperare, ma la sua stagione ha poi subito un brusco stop per l’intervento alla mano, e New York può davvero rappresentare il ritorno in grande stile in un torneo dello Slam, lui che a New York nel 2019 si arrese soltanto in semifinale a Nadal. Da allora, però, nove vittorie e ben 13 sconfitte sull’hard, superficie con cui evidentemente ha perso il feeling.