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Un viadotto che corre sul mare. Anzi, sull’Oceano Indiano. Utile, a seconda delle esigenze, per ridurre i tempi di percorrenza, o, sul fronte opposto capace di garantire visuali fuori dall’ordinario sull’acqua e sulla spettacolare falesia che la sovrasta. È stato inaugurato nelle scorse ore a La Reunion, isola dipartimento francese situata a un centinaio di chilometri a Sud-Ovest da Mauritius, lato Madagascar.
Per ora si tratta del primo troncone, di un’opera kolossal, che tra ritardi e incrementi di costi che definire cospicui suona quasi eufemistico, non verrà conclusa prima che nel 2028-2030. Ma, al di là di come appare dal punto di vista strettamente estetico – e dell’effetto divisivo che potrà avere su chi ne esalta l’audacia ingegneristica e chi invece lo vede al pari di tanti ecomostri anche di memoria nostrana – la sua esistenza, e le stesse difficoltà incorse nella sua genesi vanno considerati un monito di quanto potrebbe accadere in molti luoghi vista mare in un futuro che sembra sempre meno lontano.
La vecchia strada litoranea era sotto assedio
Il progetto nasce nella prima metà degli anni Dieci e ha una finalità duplice. Nel breve periodo, mira a sottrarre traffico alla storica Route du Littoral, che unisce Saint-Denis a La Possession, e che in una terra che non è la landa disabitata che ci si potrebbe attendere – Reunion ha 800 mila abitanti in 2.500 chilometri quadrati, è circa 5 volte più densamente popolata della Valle d’Aosta, che è di un quarto più piccola e ha solo 123 mila residenti, e 1,2 volte più affollata della Liguria che ha un’estensione poco più che doppia per “soli” 1,5 milioni di persone – vede transitare fino a 60 mila veicoli al giorno. Ma nel medio lungo termine, non è difficile intuire che la NRL – Nouvelle Route du Littoral, appunto – possa – o debba – rimpiazzare la via tradizionale, sempre più vulnerabile, stretta com’è tra una falesia sempre più fragile e l’erosione del mare che avanza.
La Reunion, inaugurato il viadotto kolossal sull’Oceano Indiano
Esempi ne abbiamo a migliaia: dal caso della passeggiata panoramica di Newport, nel Rhode Island americano, che si pensa addirittura di non ricostruire più dopo l’ennesimo abbattimento da mareggiata, alle sempre più frequenti frane che creano problemi sulla panoramica tra Santa Margherita Ligure e Portofino.
Come detto, l’inaugurazione è stata parziale, in parte frutto della necessità da parte dell’amministazione locale di dare comunque un segnale visti i contrattempi e i ritardi. Lanciato nel 2015, il progetto si sarebbe dovuto concludere tra il 2020 e il 2021. Invece, un anno abbondante dopo, l’apertura interessa soltanto 8 km dei 12,5 totali, il troncone tra Saint-Denis e La Grande Chaloupe – e soltanto in un senso, quello verso nord-ovest tra le due località citate nello stesso ordine: le auto dirette verso sud-est continueranno per ora a usare la vecchia via costiera.
La diga che non si farà più
Le ragioni dell’ennesimo ritardo – ora si parla di apertura definitiva nel 2028 – è frutto di una controversia tra il costruttore, l’amministrazione locale e le associazioni ambientaliste locali, con queste ultime che hanno avuto partita vinta. Oggetto della contesa, la modalità di costruzione dell’ultima tratta, che, al contrario di quella inaugurata ieri, che costituisce un lungo viadotto sopraelevato sul mare, avrebbe dovuto essere creata su un basamento in pietra. Costi minori ma anche minore sostenibilità. Sul fronte dell’impatto ambienta, la partita finale si è giocata non tanto sui maggiori danni che la creazione di una “diga” avrebbe creato sull’ecosistema marino, ma sulla grande quantità di infrastrutture indotte che l’estrazione della pietra necessaria a creare lo sbarramento avrebbe reso necessarie: a cominciare dalle strade da costruire ex novo per trasportare la pietra dalle cave al luogo di costruzione.
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di
Arturo Cocchi
26 Luglio 2022
Alla fine gli ambientalisti hanno vinto ma questo ha inesorabilmente dilatato i tempi e fatto salire i costi. Ad oggi si pensa che i costi, inizialmente previsti attorno al miliardo e 600 milioni di euro, supereranno i 2 miliardi. Per dare un’idea, i 160 milioni di costo chilometrico medio sono 20-30 volte superiori a quelli necessari di regola per costruire un’autostrada sulla terraferma in Francia.
2 miliardi di euro per 12 chilometri
Il nuovo viadotto ha 3 corsie per senso di marcia. I veicoli diretti da Chaloupe e Saint-Denis continueranno a utilizzare la vecchia via costiera per un mese, prima di avere accesso alla NRL. Sul tratto tra Chaloupe e Possession, la Route du Littoral, dove nel 2006 il distacco di una roccia dalla falesia provocò due morti tra gli occupanti dei veicoli in transito, sarà ancora in funzione per (almeno) 6 anni.