lunedì, Ottobre 2, 2023

Collegare Cervino-Matterhorn e Monte Rosa per un turismo alpino al passo coi tempi

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Cinque valli, tre regioni, due nazioni e ben cinque comprensori: sono i grandi numeri del progetto per il collegamento funiviario fra il comprensorio del Cervino-Matterhorn e quello del Monte Rosa, ovvero tra il colle delle Cime Bianche e Frachey: un trait d’union intervallivo tra Sud e Nord delle Alpi che darebbe vita a un comprensorio montano eterogeneo, unendo popolazioni e tradizioni tra Italia e Svizzera. Il tutto per un investimento di circa 66 milioni di euro, per la creazione di un unico comprensorio che unirebbe in 30 minuti di tragitto le diverse ski area del Cervino Ski Paradise e del Monterosa Ski, collegate sci ai piedi per un totale di 75 piste da discesa.

Il progetto, il cui studio di fattibilità si concluderà solo nell’autunno 2022, richiede ancora ancora alcune valutazioni di carattere ambientale ed economico, ma presenta sicure opportunità di valorizzazione e crescita per le comunità locali e per il territorio. Farà inoltre da attrattore per un turismo moderno e di qualità, con esigenze completamente diverse dal passato. Tre anni fa la regione Val d’Aosta ha quindi dato incarico a Monterosa Spa di emettere un bando per la realizzazione di uno studio di fattibilità approfondito e trasparente, finalizzato a valutare l’impatto complessivo del progetto. Il tutto dopo che nel 2015 una consultazione informale sul territorio ha visto più dell’85% dei residenti delle zone coinvolte favorevoli al progetto (le valli coinvolte sono la Valtournenche, la Val d’Ayas, nonché quelle di Gressoney, di Alagna e di Zermatt, distribuite nelle regioni del Piemonte, della Val d’Aosta e del Vallese).

Non solo sci: nuove prospettive per il turismo di montagna

Il collegamento funiviario, oltre ad ampliare a dismisura le possibilità per gli appassionati di sci, aprirebbe anche inedite prospettive al turismo di montagna, favorendo la destagionalizzazione del comparto grazie soprattutto a numerose opportunità di attività outdoor in quota. Si parla, in particolare, di trekking e mountain-bike, ma anche di un ampliamento dell’offerta enogastronomica, grazie per esempio a tour alla scoperta del costume e dei prodotti delle popolazioni alpine. Non mancherebbero poi i risvolti di tipo culturale e divulgativo. Educare alla montagna è peraltro oggi un argomento più che mai di attualità. E non c’è luogo migliore dell’alta quota per verificare gli effetti del riscaldamento globale e interpretare il futuro delle nostre montagne.

Non si tratta quindi di correre dietro a un turismo di massa, ma di rendere questa zona delle Alpi molto più appetibile, soprattutto per il pubblico internazionale. Secondo molti studi di settore, nei prossimi anni si assisterà infatti all’arrivo crescente di turisti dai Paesi emergenti, in primis quelli asiatici. Persone desiderose di scoprire le città d’arte e di ammirare le Alpi: un nuovo tipo di clientela che non vuole solo praticare sport invernali ma vivere esperienze uniche. Con il nuovo collegamento non solo si potrà sciare per 12 mesi l’anno, ma si potrà portare in quota un’ampia platea di pubblico che altrimenti non potrebbe godere di queste cime, tra cui il Monte Rosa e il Cervino, famoso in tutto il mondo e dal forte richiamo turistico anche grazie al collegamento con Zermatt.

Focus sulla sostenibilità

Il progetto non può però restare un’utopia. Rappresenta un’evoluzione necessaria per sostenere il futuro della montagna e delle sue comunità. Un’opportunità significativa per imprimere un cambio di passo in ottica futura e per sviluppare un turismo moderno lungo tutto l’anno in una delle zone più affascinanti dell’arco alpino, sposando al contempo la sostenibilità ambientale, economica e sociale. La realizzazione del collegamento avrebbe infatti il minor impatto possibile sul territorio. Il tema della sostenibilità ambientale è dunque uno dei pilastri su cui si basa lo stesso studio tecnico di fattibilità. Spostarsi con gli impianti di risalita rappresenta peraltro un risparmio di tempo e di energia rispetto all’auto. È questo un altro inconfutabile plus in termini di ecosostenibilità: il tragitto che separa Champoluc da Zermatt è di 240 chilometri, ovvero circa 4 ore di auto. La linea del collegamento invece sarebbe di soli 10 chilometri.

Chi c’è dietro al progetto

A supportare l’iniziativa è oggi il comitato promotore Cervino Monterosa Paradise, nato nel 2020 con lo scopo di sostenere il piano di lavoro per la realizzazione del collegamento tra il colle delle Cime Bianche e Frachey, fornendo e diffondendo informazioni corrette e trasparenti. Il comitato conta attualmente oltre 600 membri tra operatori del territorio, aziende, imprenditori e privati cittadini, valdostani e non, uniti nel motto “Connecting Nature, Sharing Beauty”, collegare la natura per condividerne la bellezza.

Presidente del comitato è Bruce McNeill. Nato in Belgio da padre scozzese e mamma inglese, ha scoperto Cervinia da ragazzino grazie alla passione dei suoi genitori per la montagna. Col tempo l’ambiente e la cultura alpina diventano parte della sua vita e del suo percorso personale e professionale. Oltre a essere maestro di sci, McNeill gestisce un hotel a Cervinia dove vive con la moglie (valdostana) e i due figli. Ed è proprio l’interesse e la passione per la Valle d’Aosta e per il suo futuro a guidare l’entusiasmo con il quale sostiene il comitato.

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